I 100 delitti di Milano



Andrea Accorsi - Daniela Ferro
I 100 delitti di Milano
Newton Compton
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Martìri di santi cristiani; l’uccisione di un Visconti sul sagrato di una chiesa; il Ventennio fascista e le stagioni di piombo, con esecuzioni politiche di “Destra” e di “Sinistra”; la morte di un uomo giusto, Giorgio Ambrosoli; ragazze brutalmente assassinate ed esperti d’arte uccisi e nottetempo buttati a pezzi nei Navigli; esecuzioni di stampo mafioso e sequestri a scopo di estorsione che finiscono con la morte del rapito.
Tanti reati diversi tra loro per importanza – sempre che in questo caso si possa creare una classifica – e per caratteristiche. Diversi anche i moventi, a volte noti, altre in cui rimarranno sconosciuti per sempre. Altre volte ancora è solo la follia, pura e semplice, a spingere i colpevoli.
Ma cosa accomuna tutti questi delitti, questi fatti di cronaca, lontani o vicini a noi?
Il teatro in cui si sono svolti, Milano.
Milano, l’affascinante città dalle mille definizioni, dalle mille etichette e dai mille volti.
Ognuno ne ha una sua visione; nel corso della storia è diventata “Milano Capitale economica. Milano Capitale della moda. Milano da bere. E poi la Milano di Tangentopoli, la Città corrotta. Milano Capitale morale” come scrive Edoardo Montolli in apertura del libro.
Un libro, I 100 delitti di Milano, in cui gli autori Andrea Accorsi e Daniela Ferro ripercorrono, con metodo oggettivo e linguaggio conciso, le pagine più oscure e violente della storia di Milano, alcune delle quali non hanno ancora trovato un colpevole (e probabilmente mai lo troveranno).
Il loro lavoro è interessante in quanto rappresenta, con poche pennellate, un excursus storico che offre lo spunto per eventuali approfondimenti a chi fosse interessato, anche grazie alla bibliografia presente alla fine del libro.
Ogni quartiere di Milano viene coinvolto, vie famose del centro ed altre delle più estreme periferie. Nessuno, apparentemente, sembra essere immune dall’ombra di violenza che aleggia sulla città.
Limite, ed allo stesso tempo punto di forza del libro, la relativa e necessaria brevità con cui sono trattate le singole storie, che riescono tuttavia a rendere, oltre che la “storia” sottostante, anche l’atmosfera delle varie epoche, specie quella pesante ed avvelenata degli “anni di piombo”.
Consapevoli del fatto che, purtroppo, la violenza non ha limiti e non trova ostacoli e ricordando “Uomo del mio tempo” del grande Salvatore Quasimodo, viene da chiedersi quando e dove verrà scritto il prossimo capitolo della storia nera di Milano.

Gian Luca Lamborizio

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