Fa troppo freddo per morire



Christian Frascella
Fa troppo freddo per morire
Einaudi
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La prima indagine di Contrera
Da qualche parte, in un punto imprecisato che non riesco mai a individuare devo aver perso la mia innocenza. In quel punto misterioso il mio nome si è mescolato al Male, fino a ossidarsi. Sono cominciati i mezzucci e i sotterfugi, le menzogne e i tradimenti, la fame di soldi e quella di un’altra vita. Poi tutto è andato a precipizio, e mi sono ritrovato con un pugno di mosche in mano. Posso solo dire che questa discesa ha avuto un unico teatro: Barriera. In questo quartiere che conosco come i miei anfibi rotti e nel quale tutti sanno chi sono, ho messo in scena i tre atti della mia tragedia: atto primo, ingenuità e scoperta; atto secondo, corruzione e caduta; atto terzo, nemmeno un chiodo a cui appendere il cappello.”
La vita incasinata dell’investigatore privato Contrera si affianca a questa sua prima indagine, da lui stesso definita degna di nota, che risulta al lettore non solo validissima sotto l’aspetto narrativo ma anche spassosissima per come avanza nelle pieghe dell’esistenza del suo protagonista. La Barriera, quartiere multietnico di Torino, è il luogo in cui l’autore Christian Frascella, ha deciso di ambientare le vicende del suo nuovo protagonista.
Così, tra la notevole quantità di Corona consumate dall’investigatore nel suo ufficio ricavato in una lavanderia a gettoni, Contrera dovrà scagionare il giovane marocchino Driss accusato dell’omicidio di un capetto albanese titolare di un night club. “Sono nella lavanderia a gettoni di corso Giulio, dove lavoro. Anzi, dove sto di base. Non mi occupo di lavatrici e detersivi, sono un investigatore privato senza ufficio. Un ufficio mi costerebbe troppo per quello che guadagno, quindi ho fatto sapere in giro che se qualcuno ha bisogno dei miei servizi può trovarmi in questo posto. Mohamed Sabil, il marocchino padrone del locale, mi lascia stare qui perché ogni tanto lavoro per la sua comunità, con buoni risultati. Devo essermi distinto almeno per l’impegno, perché nessuno dei clienti ha ancora preteso in cambio la mia testa”
Contrera, ingaggiato dalla famiglia del ragazzo marocchino, dovrà vedersela con gli interessi dell’Ndrangheta di zona e con il suo ex collega della polizia De Falco che, oltre a provare per lui un odio viscerale, farà di tutto per chiudere un’indagine di cui non importa a nessuno: l’uccisione di un capo albanese da parte di un ragazzo marocchino.
Fa troppo freddo per morire  ha una trama ben congegnata e che rispetta tutti i canoni del buon giallo investigativo, scrittura efficace con dialoghi sarcastici e conversazioni che toccano punte altissime in puro stile hard boiled, episodi divertentissimi (vedi la notte d’amore con la rossa del centro scommesse) regalano al lettore momenti di piacevolissimo spasso.
Fa troppo freddo per morire racconta però anche di una sorta di redenzione del suo protagonista, la volontà di riscatto da un passato che molte volte lo ha messo in ginocchio per sua stessa volontà. Perchè Contrera è così, cocciuto e testardo come un mulo tanto che fino alla fine ti nasconde pure il suo nome.
Spoilerare oltre sarebbe un delitto, come lo sarebbe quello di non leggere questo romanzo. Di Contrera vi innamorerete all’istante!

Marco Zanoni

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