United we stand

MilanoNera ha incontrato gli autori del progetto Simone Sarasso e Daniele Rudoni.

Da dove viene il progetto UWS?
Simone: I punti d’origine della storia sono parecchi, ma credo che tre siano i più significativi:
1) Il fake movie di 01.org. Nel 2005 Eva e Franco Mattes, due artisti kamikaze formatisi nel progetto Luther Blisset verso la fine degli anni novanta ed ora noti come 0100101110101101.org (http://0100101110101101.org) , crearono la campagna stampa di un finto film con Penelope Cruz e Ewan MacGregor. Al centro della storia di quel film, il conflitto termonucleare tra USA e Cina e un manipolo di eroi europei a sventarlo.
La campagna fu un successo planetario (manifesti affissi in mezzo mondo, da Berlino a Bangalore). Anche se il film non è mai esistito. Quel film si chiamava UNITED WE STAND. Troppo bello il titolo e troppo bella la storia, per non raccontarla.
2) Il giorno della vittoria dell’Ulivo alle politiche, mentre guardavo alla TV i festeggiamenti di Prodi & Co (e a dirla tutta non mi pareva vero…) ho realizzato che era la prima vittoria democratica delle sinistre da un sacco di tempo. Ho poi pensato a Gladio (all’epoca avevo appena finito di scrivere il mio CONFINE DI STATO) e ho fatto due più due. Il risultato era inequivocabilmente il colpo di Stato. Ho scritto la scena iniziale della graphic novel, quella della decapitazione delle istituzioni, di getto. Da lì è venuto tutto il resto.
3) L’ultima sollecitazione ha a che fare con un vecchio film della RKO (sono quasi sicuro che fosse della RKO). Un film di fantascienza anni Quaranta-Cinquanta che parlava della guerra civile a New York, in un futuro imprecisato. “Beh”, ho pensato, “che aspetto avrebbe la guerra civile da noi?”. E mi sono messo a scrivere.
Da tutte queste sollecitazioni, più un tot di altre cose interessanti, è nato il progetto. Mentre io scrivevo, Daniele disegnava i personaggi. A qualche anno di distanza, eccoci qua.

Daniele: In un primo momento, Simone è venuto da me gasato come un tacchino, a propormi una graphic novel che all’inizio, devo ammetterlo, per me rappresentava solo la perfetta scusa per disegnare un progetto lungo e complesso, esperienza che ancora mi mancava e morivo dalla voglia di realizzare. Non solo, avevo una mezza intenzione di esplorare il mercato librario e il suo target, così diverso da quello delle fumetterie, e questo progetto era perfetto per una diffusione del genere. O almeno queste erano le mie intenzioni all’inizio!
Così, dopo il “sì” iniziale, il progetto si è concretizzato in una sinossi, che ci siamo trovati a discutere un pomeriggio a casa mia, e in appena sette tavole, realizzate in circa un mesetto dal sottoscritto, nei ritagli di tempo rubati al mio lavoro di colorista per ma Marvel America.
Per quanto riguarda gli spunti “tecnici” e grafici, vengono sicuramente dai comics Vertigo, una linea editoriale d’oltreoceano di fumetti adulti e, in un certo qual modo, con un’impronta più “letteraria” della maggior parte dei comics statunitensi. Se c’è un punto da cui UWS è partito, almeno nell’impostazione grafica e nei disegni, è sicuramente questo!!

Avete degli autori di riferimento? Se sì, quali?

Simone: Ellroy, Genna, Wu Ming e Kai Zen in campo letterario. Rodriguez, Tarantino e Carpenter (il Carpenter di 1997 Fuga da New York) al cinema e Diggle, Miller, Ennis ed Ellis per quanto riguarda i fumetti.

Daniele: Uno scrittore su tutti: Lansdale. Un regista su tutti: Shyamalan (quello del Sesto Senso, per intenderci…). Un attore su tutti: Tom Cruise. Per quanto riguarda il fumetto, DEVO essere più prolisso! Sceneggiatori: Brian K. Vaughn, Brian Michael Bendis, Mark Millar. Disegnatori: Brian Hitch (ma si chiamano tutti Brian???), Alan Davis, e nei patrii confini Luca Rossi. Tutti i miei colleghi fumettisti restano oggi e sempre miei maestri.

Perché avete scelto internet per promuovere il progetto?

Simone: Chi si occupa di entertainment a livello professionale non può ignorare il progresso tecnologico. La rete è la nuova frontiera dell’intrattenimento da quasi dieci anni. C’è da stupirsi di come l’industria dei comics in Italia non l’abbia ancora sfruttata a dovere. Per quanto mi riguarda, poi, io vengo dal mondo letterario, che ha trasformato la rete nella sua roccaforte da quindici anni almeno (quindici anni fa Giuseppe Genna muoveva i primi passi in Clarence e Jacopo De Michelis metteva insieme la prima antologia web). È normale che il mio primo pensiero di marketing virale per un progetto appena nato sia rivolto a internet. Questa scelta, poi, grazie all’aiuto del professor Vladi Finotto e del dottor Antonio Picerni dell’International University of Venice è stata sparata alle estreme conseguenze: UWS trascorrerà il suo primo anno di vita esclusivamente in rete. E solo su internet sarà promosso. Avete capito bene: niente articoli sui quotidiani o simili.

Daniele: È stata una scelta sofferta, perché la rete è considerata, soprattutto dai fumettari accaniti, una sorta di ripiego per coloro che non hanno trovato spazio per essere pubblicati in libreria o magari in fumetteria. A me ha pesato non poco dare questa impressione, pur sapendo che chi la pensa così è ovviamente fuori dal mondo! Tanto più che il nostro progetto ha un’uscita CARTACEA, che rappresenta la punta di diamante dell’intera impresa, e dunque rispetta in pieno le “regole” mai scritte del medium così care ai più conservatori!
E poi oggi la rete è tutto! Ci si può trovare di tutto e i fumetti non fanno certo eccezione.
Non solo: ciò che è in rete non ha confini, può arrivare ovunque sulla faccia della terra, e noi ci tenevamo particolarmente a far conoscere e visionare il progetto a più gente possibile. Anche (e perché no!) di altri paesi, tant’è vero che nelle nostre prossime intenzioni c’è anche una pubblicazione di UWS in lingua inglese. Poi un film e ovviamente una serie televisiva. Scherzo! (ma non troppo…)

La sezione WWIII è simile al LIVELLO 2 del progetto Manituana di Wu MIng. Un vero e proprio luogo ove i lettori possono ampliare l’universo UWS. Perché non ce ne parlate meglio?

Simone: Dal 28 gennaio 2008 è possibile accedere alla sezione WORLD WAR III. Per accedere sarà sufficiente rispondere a una semplicissima domanda. La risposta alla domanda è desumibile dalla lettura del primo volume della graphic novel (acquistabile qui: http://www.lulu.com/content/1928005).
In WORLD WAR III ciascuno potrà dare il proprio contributo all’universo UWS, creare la propria fetta di cosmo. Ci saranno delle regole (come ci sono nei giochi di ruolo), ma le restrizioni saranno veramente molto poche.
Non ci saranno pregiudizi, ad esempio, sul formato dei contenuti: sarà possibile inviare produzioni testuali, grafiche, audio o video.
UWS è pronto espandersi, a diventare qualcos’altro. Ogni lettore ci metterà del suo e il risultato, c’è da scommetterci, sarà strabiliante.

Daniele: Avevamo bisogno di tenere “svegli” i lettori tra un’uscita cartacea e l’altra di UWS. L’idea portante dell’intera impresa è proprio questa: coinvolgere con tutti i sensi e in maniera creativa il lettore. Farlo partecipare e farlo seguire passo a passo l’evoluzione di UWS.
Nel mondo della rete, così dinamico e in continuo cambiamento, in cui i navigatori trascorrono circa 10 secondi in una pagina web prima di cliccare forsennatamente un altro link, risultava una scelta obbligata prendere il lettore per il bavero e costringerlo a pensare a UWS quando è on line e quando non lo è. L’abbiamo fatto con WWIII, la sezione interattiva del sito, e con il blog War Journal, in cui tutti possono postare, commentare e farci sapere cosa ne pensano. Il bello da parte nostra è il non sapere, proprio grazie all’apporto della gente, in che direzione si evolverà il progetto. È davvero emozionante.

United We Stand è una vera e propria opera aperta, in continua evoluzione, su plurimi livelli mediatici. Se volete gustarvela appieno, andate su www.unitedwestand.it

paolo roversi

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