La collezionista di sogni infranti



Barbara Baraldi
La collezionista di sogni infranti
PerdisaPop
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Vi è mai capitato di parlare con qualcuno, magari per telefono, e, mentre intrattenete la conversazione, immaginarvi una via della vostra città o un luogo che vi ha particolarmente colpito?
Penso si tratti di forti suggestioni visive che tornano con insistenza nella nostra mente e non ci danno tregua.
La scrittura di Barbara Baraldi disseta i visionari, perché con i suoi virtuosismi linguistici, le sue cinematografiche prese dirette sui personaggi ci offre dei raffinati quadri narrativi.
Ma in questo bel romanzo, “La collezionista di sogni infranti” c’è molto più che bello scrivere e raffinate visioni, vi è un richiamo alla doppia identità delle persone, una esplicitazione interessante del lato oscuro presente in ognuno di noi.
La Rete è il luogo ideale per far spazio alla nostra bivalenza, terra di nessuno e senza regole, mette in contatto le storie personali più lontane accogliendole sotto il comune denominatore della mistificazione e dell’esaltazione di se stessi venata di esibizionismo.
La collezionista di sogni infranti è una definizione che si adatta perfettamente sia alla protagonista “buona” che a quella negativa, entrambe credono ciecamente nella terapia dell’incontro come svolta esistenziale.
Nessuna è come sembra, Amelia e Marina, compagne di chat, una lunatica e piena di inquietudine, l’altra rassegnata al piacere solitario di intrufolarsi nelle identità altrui violandole, azzerandole e infine inter scambiandole alla sua.
Protagonista occulta è una corrente maligna di incessante minaccia che distrugge ogni certezza delle protagoniste.
Il paesaggio si trasforma: le vie possono prendere forme di insetti, una cascina abbandonata in quello che dovrebbe essere un’idilliaco spazio campestre diventa una trappola claustrofobica capace di risvegliare istinti di difesa estrema.
Chi legge questo romanzo può decidere se accomodarsi in poltrona e godersi questo incredibile e variopinto giro di giostra di immagini o scegliere il piano dello scandaglio psicologico dei personaggi.
La Baraldi non fa filosofia spiccia, quando entra e dilata la psiche dei suoi protagonisti per consentire il nostro accesso si serve di racconti affioranti dall’infanzia o di piccoli tic quotidiani, gesti e pensieri che sembrano senza importanza e che invece generano gorghi di ansia e infelicità.
Nell’ombra c’è chi osserva e trama. Come sempre.
Un bel mix di emozioni, un monito sociale accorato, una scrittura agile ma piena di ricerca e di amorevole sperimentazione, regaleranno al lettore quella sensazione unica di smarrimento intellettuale, la stessa che si prova dinnanzi ad un emozione improvvisa.

Alessandra Anzivino

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