Quattro chiacchiere con Mr. (Wilbur) Smith

110 milioni di copie vendute in tutto il mondo, 18 milioni quelle vendute in Italia, 32 libri pubblicati, 45 anni di carriera. C’è davvero da dare i numeri quando si parla di Wilbur Smith che il 4 Marzo ha presentato a Milano il suo ultimo romanzo, Il destino del cacciatore, edito da Longanesi. Nato in Rhodesia, con questo nuovo lavoro ci accompagna nel cuore della sua Africa, fascinoso teatro di spionaggio, caccia, vicende amorose.

Nel suo nuovo romanzo le saghe di Ballantyne e Courteney trovano espressione nella figura di Leon, che, appassionato di caccia grossa, ci accompagna in un viaggio attraverso gli spazi più selvaggi dell’Africa. Nel raccontare i personaggi e i luoghi che più Le sono cari c’è un ritorno alle origini, è un cerchio che si chiude o ci possiamo aspettare altre sorprese?

L’Africa è la terra in cui sono nato, in cui sono cresciuto e ho fatto le esperienze più importanti della mia vita. Un continente meraviglioso e ricco di contrasti che si stanno esacerbando soprattutto in quest’epoca globalizzata.. I miei romanzi sono ambientati in Africa perché posso scrivere solo di quello che conosco e sicuramente, aver conosciuto a fondo questo paese dopo aver viaggiato a lungo, è stata una fortuna per il mio lavoro. Tra i miei personaggi non posso dire che ce ne sia uno cui mi sento più legato. Sicuramente a Leon sono molto affezionato, come a tutti i Courteney, ma anche allo scriba Taita sono molto legato. Il fatto è che non penso ai miei romanzi come a singoli episodi di una saga. Non so quale sarà il prossimo libro che scriverò. Dipende da quale dei miei personaggi avrà qualcosa da dirmi. Quando sarà il momento giusto uno di loro si farà sicuramente sentire!

I Suoi personaggi sono veri eroi, dotati di straordinaria forza fisica, intelligenza e arguzia. Lo stile narrativo porta inevitabilmente ad enfatizzare la realtà, ma gli uomini che Lei racconta provano i sentimenti che ogni essere umano prova. Crede che in questo stia la loro attrattiva?

È vero, a volte i personaggi che descrivo sembrano straordinari. Credo che nel passato siano esistite figure così, eroiche, molto diverse dai leader di oggi. Ho appena finito di leggere una biografia di Giulio Cesare. Che uomo straordinario! Un capo di stato che farebbe impallidire gli “uomini in vestito grigio” che ci governano oggi. È vero che i miei personaggi si confrontano con i propri istinti, timori e sentimenti contrastanti, permettendo alle diverse sfaccettature proprie di ogni essere umano di emergere con forza. In loro coesistono paura, amore, odio e coraggio. Non sono perfetti, nemmeno i protagonisti a quali il lettore si affeziona sanno sempre come comportarsi: possono avere dei dubbi o essere impacciati, proprio come ciascuno di noi. Leon ad esempio è poco più di un ragazzo all’inizio del mio ultimo libro: ha molti dei difetti e delle mancanze che avevo quando ero un ragazzo come lui. E proprio grazie alle prove che dovrà affrontare nel corso della storia maturerà come uomo.

Lei viene definito uno scrittore di avventure ma sembra una definizione riduttiva, l’impressione è che sia un grande narratore che dà voce ai personaggi e ai luoghi, facendosi per primo travolgere e sorprendere da ciò che scrive. Cosa ci può dire di questo?

Le mie trame le miscelo come fossero un cocktail i cui ingredienti sono le esperienze di una vita ricca di viaggi, avventure e incontri con persone interessanti o estranee all’ambiente in cui ho sempre vissuto. Ai lettori piace identificarsi o confrontarsi con la vita di altre persone anche se immaginarie. I miei protagonisti sono mossi da istinti elementari, come il coraggio, la paura, l’amore. Sentimenti che tutti abbiamo vissuto. Quando leggiamo un romanzo diventiamo quasi dei lettori di noi stessi e allo stesso tempo andiamo a caccia di nuove emozioni. All’interno dei miei romanzi amo quindi mescolare storia, avventura e fantasia. E allo stesso tempo non ho mai scritto una riga senza aver provato di persona quello di cui raccontavo o senza essermi documentato a fondo in modo da poterlo raccontare con più dettagli possibili.

Una curiosità: chi è il lettore tipo dei suoi romanzi?

È strano, ma non ho un lettore tipo, non per età quanto meno. Quando firmo per i fan le copie dei miei libri ci sono dei ragazzi delle superiori come persone anziane, manager come casalinghe. È un pubblico molto eterogeneo cui sono molto affezionato e di cui sono orgoglioso.

eva massari

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