A Milano nessuno è innocente



Gialuca Ferraris
A Milano nessuno è innocente
Novecento
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Bamba e ‘ndrangheta ballano sui resti della Milano da bere.
“Un noir metropolitano”. Un thriller che ha vari protagonisti e tra questi, sicuramente, Milano.
É infatti tra le foglie secche di un’aiuola di viale Umbria che viene rinvenuto il corpo della vittima, il noto avvocato Maurizio Rossini. Sulla scena del delitto, per primo, arriva il giornalista e blogger Gabriele Sarfatti, che abita a breve distanza. Questi, coinvolto ufficiosamente nelle indagini dal vicequestore Biondi, inizia a raccogliere informazioni, a scavare dove non dovrebbe, a “fiutare” l’aria che tira, muovendosi tra il centro, i quartieri alti – eleganti e borghesi – fatti di palazzi antichi e vite all’apparenza patinate, e la periferia, anonima e quasi inumana, monotona e monocolore. Sarfatti, nel corso della vicenda, verrà trascinato ed invischiato sempre di più dagli eventi, finendone coinvolto personalmente.
Tutti sono concordi nel definire Milano come la città dai mille volti e dalle mille etichette. Tra queste indubbiamente, la “Milano da bere”, all’apparenza in declino, e la “Milano nera”, percorsa da delitti e violenze di vario genere. Da ultimo, anche la “Milano dell’EXPO”, con le sue due facce: il lustro ed il prestigio che ne derivano, le opere ed i cantieri, ma anche la corruzione e le lotte di potere che inevitabilmente un tale evento porta con sé.
Gianluca Ferraris ha realizzato un thriller in cui realtà e finzione si sovrappongono continuamente, fin quasi a perdere i propri contorni ed a sfumare l’una nell’altra.
Il lettore incontra svariati personaggi, poliziotti di vario genere, tossici e spacciatori, manager, boss dell’’ndrangheta e sicari. Anche in questo caso, però, non tutto è come sembra; molti personaggi, anche i più insospettabili, hanno un doppio volto, un’identità segreta e celano misteri. A Milano, per l’appunto, nessuno è innocente.
Ad ogni modo, tutti sono delineati con grande maestria dall’autore che li ha saputi rendere reali, ognuno con la sua storia da raccontare ed i propri pregi e difetti. Sarfatti in primis, che, col suo fare cinico, la passione per le droghe leggere e le amicizie discutibili, susciterebbe indubbiamente il disappunto di qualche perbenista.
Un thriller avvincente e piacevole, grazie anche allo stile moderno ed anticonformista usato da Ferraris, caratterizzato da un linguaggio sciolto e colloquiale, ricco di citazioni musicali che fanno da sottofondo all’intera vicenda.
Inoltre, un romanzo interessante, che aiuta anche a mettere in luce ed a denunciare la corruzione e la violenza ormai dilaganti, le lotte di potere spietate ed i lati più oscuri che pervadono anche una città all’apparenza ricca e cool come Milano. Nonostante gli slogan rassicuranti e le frasi ad effetto del Premier bambino e dei vari politici di turno, la situazione che emerge dalle pagine del libro – e probabilmente anche quella reale – è tutt’altro che rosea.
Mi auguro che “A Milano nessuno è innocente” abbia presto un seguito.

 

Gian Luca Antonio Lamborizio

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