Aisha Cerami – Gli altri



Aisha Cerami
Aisha Cerami
Rizzoli
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Il primo romanzo di Aisha Cerami, che finora aveva scritto esclusivamente racconti di fantascienza per Il Sole 24 Ore, è un’opera poetica e realistica insieme. “Gli altri” per i protagonisti del romanzo sono tutti quelli che non vivono nel loro condominio “Il roseto”. Un’oasi di pace e tranquillità che, sebbene sancite da un contratto che ciascun condomino ha sottoscritto, rende quella palazzina di periferia un sogno che, sulle prime, pare inarrivabile per il lettore.
Essendo un romanzo corale, i personaggi sono molti e ben descritti, anche se il peso narrativo è dalla parte delle donne. C’è il Conte che vive con l’anziana madre; Olga, che fa la domestica e vive con la figlia Arina; Marilyn che è una trans che non ha ancora compiuto il passaggio di sesso; Maria, moglie di un vigile del fuoco manesco e altri ancora. Tutti sembrano andare d’amore e d’accordo, anzi si aiutano vicendevolmente. Ma alla morte dell’anziana condòmina Dora, ecco che il castello di sabbia comincia a sgretolarsi.
La coppia che arriva a occupare l’appartamento libero non mostra riconoscenza per la festa di benvenuto, organizzata da tutti i condomini, anzi la diserta ed evita ogni occasione d’incontro, con la scusa del troppo lavoro. Solo il figlio Antonio, un adolescente simpatico e brillante, partecipa alla vita della piccola comunità, diventando subito amico di Arina, sua coetanea.
La presenza di questa coppia di estranei, quasi fossero alieni, fa scoppiare la bolla di finta tranquillità che pareva proteggere il condominio. Fra i vari personaggi emergono le intolleranze di alcuni verso altri, e si scoprono le verità nascoste in ogni nucleo famigliare della palazzina.
Ben presto tutta la rabbia e il dolore repressi prendono la forma dapprima di un topo gigante, che rovina tutto il roseto, e poi di una macchia di umidità su un muro dello stabile, una macchia che è metafora di un male interiore che cerca bersagli esterni su cui scagliarsi. E proprio nella caccia al topo che si disvela tutta la crudeltà dei personaggi, che vorrebbero cacciare insieme al topo anche la famiglia appena arrivata.
Leggendo si prova rabbia ma anche compassione per tutti i personaggi, e molta tenerezza per i due ragazzini, Antonio e Arina, gli unici “innocenti” e anche le prime vittime della cattiveria degli altri. Una compassione che forse dovremmo esercitare anche verso noi stessi, ogni qualvolta ci rinchiudiamo per paura o pregiudizi in una gabbia d’ipocrisia perbenistica, fingendo di essere diversi da quelli che veramente siamo.
Aisha Cerami è molto abile nel mostrarci come all’interno di un ambiente, reale o virtuale, si possano erigere muri, fingendo di essere accoglienti e comprensivi. E ancor di più ci fa capire come una famiglia sia già un piccolo microcosmo nel quale vivono persone che spesso nascondono il proprio mondo interiore proprio ai loro cari.
L’autrice non offre soluzioni per sciogliere i conflitti interiori o quelli esterni, anzi l’atmosfera che aleggia in alcuni snodi del romanzo è simile a quella di “Rosemary’s Baby” e così si arriva fino alle ultime pagine con la curiosità di scoprire com’è fatta la coppia di “intrusi”. Un romanzo dallo stile intrigante come un noir, ma che alla fine lascia al lettore materia per meditare.

Raffaella Bianchi

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