Akrash



Jesper Stein
Akrash
Marsilio
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Akrash, corruzione e bellezza nella Danimarca del nuovo millennio
“E tu che cosa hai per me: hashish, coca, Milena?”.
Axel Steen, uno dei migliori investigatori della squadra omicidi, ormai sa di avere toccato il fondo e non gli importa più nulla di scendere a patti anche con il diavolo. Nel caso specifico il diavolo è Moussa, narcotrafficante, malvivente e capobanda di una delle gang più feroci di Nørrebro il quartiere borderline della bella città di Copenaghen, dove si consumano i crimini più efferati e dove vive appunto Axel. O meglio Akrash, sbirro, nello slang degli immigrati danesi.
La vita del poliziotto è in totale discesa: droga, sesso sfrenato, corruzione e ricatti. E neppure la dolcezza e l’amore della sua piccola Emma riescono a tirarlo fuori da una parabola infernale dove si è cacciato scientemente da solo.
Una sera come le altre, passate in un famoso pub del suo quartiere, incontra Milena, bellissima e giovane polacca inviata da Moussa per ricattarlo e spiarlo con cui trascorre quarantotto ore tra uso robusto di stupefacenti di ogni sorta, alcool a profusione e sesso quasi estremo.
Axel è inebriato, sconvolto, consapevole di essere all’estremo della dissolutezza incondizionata ma stranamente euforico e in pace con sé stesso. Fino a che Milena scompare così come era apparsa e al suo posto arriva Moussa che lo ricatta e lo costringe a fare l’infiltrato nella polizia di Copenaghen per conto suo e della criminalità russa.
Steen non ha alternative, troppo ricattabile come è e troppo dipendente dalla droga e dal desiderio di riavere Milena. Il suo capo, Jen Jessen, però, fiuta il tutto e cerca di rovinargli la vita per sempre. Intanto, la sua ex moglie e madre della piccola Emma, ora compagna del suo capo, accetta di diventare il difensore di Moussa indagato e incolpato a sua volta di essere il mandante di tre omicidi nell’ambiente del narcotraffico, accusa pesantissima perché lo farebbe espellere immediatamente dalla Danimarca come straniero e mandare in fumo tutti i suoi redditizi e criminosi affari.
Una trama davvero mozzafiato quella che è riuscita a costruire Jesper Stein in Akrash tipico giallo scandinavo dalle tinte più che fosche. Un ritmo serrato e meravigliosamente sviluppato tra gli studi legali con parcelle a nove cifre e i bassifondi più loschi e perniciosi della capitale danese, dove i turisti non arrivano di certo e il lettore può conoscere quella parte di Copenaghen che come tante altre capitali europee deve combattere con degrado, criminalità organizzata e insuccesso delle politiche sociali. È bello Akrash come libro e come giallo. Bellissimi e veritieri i personaggi e bravo lo stesso Stein che pur richiamando moltissimo e spesso lo stile di Nesbø non ha la sua stessa eleganza letteraria e compositiva. D’altra parte, Jesper Stein è un vichingo, come esplicita il simbolo dell’elmo che accompagna ogni sua foto ufficiale, e questo, insieme con il suo passato da reporter di guerra lo rendono rude quanto basta per creare thriller nordici ad alto effetto di adrenalina. E i lettori apprezzano.

 

Antonia del Sambro

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