Non dire una bugia – Alafair Burke



Alafair Burke
Non dire una bugia
Piemme
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Eccoci con un nuovo lavoro di Alafair Burke, un coinvolgente thriller in cui si susseguono i colpi di scena, ai quali Burke ci ha abituato, ed in cui, ancora una volta, niente è come sembra.
Conosciamo una nuova detective, giovane, intelligente, con un doloroso passato che le ha segnato il presente. Ellie Hatcher si è trasferita a New York da poco, e da poco lavora al NYPD.
Non ha molta esperienza sul campo e, talvolta, frettolosamente arriva a delle conclusioni errate che la rendono quasi irritante.
Questo è il rimprovero che le muove il collega con cui fa squadra, J.J. Rogan, quando si trovano ad indagare su un presunto caso di suicidio di una ricca adolescente, verificatosi in una splendida villa del West Village.
In un’atmosfera ovattata, in un luogo lontano dal traffico e dai problemi della gente comune si è consumata una tragedia che sembrerebbe privata, ma che invece coinvolgerà luoghi e persone che mai sarebbero dovuti entrare in contatto.
Ellie parte col piede sbagliato, tende a classificare come suicidio una storia che ha da raccontare molto di più, che piano piano rivela come i personaggi da comprimari divengano protagonisti, come la bugia del titolo non sia una sola, ma come invece, ci sia una matrioska di bugie, ed una è sempre più complicata della precedente.
Ellie è inesperta, vero, ma è molto intuitiva, sensibile, empatica, e quando imbocca la giusta strada, certo con difficoltà, la vediamo muoversi con sicurezza e, finalmente, la vediamo arrivare alle giuste conclusioni.
Quello che rende interessante questo libro non è tanto la storia, un poliziesco come altri possono esserlo, ma è la capacità di spingere il lettore a cercare di capire come si sono svolti i fatti, quasi una gara di intuizione in competizione con la stessa Ellie.
Se questo non è partecipare attivamente alla lettura…
Alafair Burke è un’autrice stimolante per la mente, ti racconta tutto, è vero, ma ti costringe a pensare, e questo non è mai banale, inoltre la sua carriera di procuratore, nella quale si è prevalentemente occupata di reati di violenze domestiche, le ha sicuramente fornito materiale interessante da utilizzare per la sua produzione letteraria.

Roberta Gatto

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