Amnesie di un viaggiatore involontario

L’autore delle Memorie di un nano gnostico e delle Confessioni di un cuoco eretico, chiude questa trilogia con le Amnesie di un viaggiatore involontario, storia di un uomo che si ritrova gia’ pagina uno nel vagone ristorante di un treno. Al termine di un improvvismo blackout, a fargli compagnia ritrova solo la voce di un certo dottor Freud, psichiatra e autore di un libro sull’analisi dei sogni. Inizia cosi’ l’amnesia del protagonista: non sa il proprio nome, non ricorda la propria identita’ e – ovviamente – ha dimenticato la destinazione del suo viaggio. Essendo persino sprovvisto del biglietto, rischia sette anni di lavori forzati: questa la pena prevista dal sadico capotreno, novello compagno del suo strano viaggio.

Come accade quasi sempre con Madsen, inizia una serie di avventure paradossali: il protagonista diventa un esperto di jodel e viene invitato da un conte (esperto di caccia alle vacche) a tenere una conferenza nella propria tenuta. Il protagonista Hendryk conosce d’un tratto Adelma, la figlia del conte, nonché l’assurdo professor Bangs e l’arcivescovo Styler, creatore di una setta permissiva e anticonformista. Come avrete già capito, tutti personaggi sono eccentrici e votati all’eccesso.

Il viaggio continua (anche giù dal treno?) e il vero problema si scopre essere la paura di scomparire. Chi non l’avrebbe accorgendosi d’un tratto sognato e non più sognatore? A proposito: ma chi sta sognando?

Cio’ che affascina di questo libro e’ il mix tra i contenuti paradossali e esagerati e lo stile di facile lettura. Alla fine, tutto diventa credibile e molto divertente.

franco comacini

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