Andrea Accorsi

Il libro (di un’altra, altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere
Il libro (di un altro) che avrei voluto scrivere: “I giovedì della signora Giulia” di Piero Chiara; il libro (mio) che non avrei voluto scrivere: il… prossimo, che sarà una “rimasticatura” editoriale dei due precedenti.

Sei uno scrittore di genere o uno scrittore toutcourt, perché?
Sono per forza uno scrittore di genere, perché scrivo saggistica e non narrativa. Ciò non toglie che poi mi dedichi ad argomenti molto diversi fra loro.

Un sempreverde da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare
Un sempreverde da tenere sul comodino: la “Divina Commedia“; una canzone da ascoltare sempre: quella che ci ha fatto sognare da piccoli; un film da riguardare: (quasi) tutti quelli di Kubrick.

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Penso di essere fra le persone più indicate per rispondere, dal momento che mi divido tra giornalismo, scrittura e ricerca. Scrivendo per i giornali sì, si può vivere, ma dopo un periodo di “gavetta” e sacrifici che può essere anche molto lungo (c’è chi a 50 anni di età non ci vive ancora); scrivendo libri, solo se si è un best-seller (e anche questo richiede lungo tempo, e doti notevoli) oppure se si scrive un libro al mese, o quasi (c’è chi lo fa); quanto alla ricerca – collaborazioni con università, convegni, pubblicazioni di atti, brevi saggi, manuali ecc. -, anche in questo caso ci vogliono tempo e fatica, ma ci riescono assai in pochi.

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?
Contrarissimo per la scrittura creativa, favorevole per la saggistica. La prima è parte del dna dell’autore: o lo sai fare, o non lo sai fare; al massimo, puoi affinarla o far tuo uno stile piuttosto che un altro, ma questo lo si fa in un solo modo: leggendo, leggendo e ancora leggendo. Quanto alla saggistica, sarebbe lodevole “insegnare” a descrivere e/o spiegare le cose in modo chiaro ed efficace; il paradosso è che, a differenza della scrittura creativa, non lo fa nessuno. E allora, ancora una volta, non resta che leggere, leggere, leggere.
(paolo roversi)

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