Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone – Maurizio de Giovanni



Maurizio de Giovanni
Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone
Einaudi
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Angeli. Angeli che aiutano, angeli che proteggono. Angeli che assistono, angeli che perdonano. Angeli che vendicano, annuncia la presentazione del libro.
E parte con un attacco a tema, ambientato a settembre, in un giorno tra i primi di quelli di ritorno tra i banchi di scuola nel costoso ed esclusivo istituto  privato di matrice cattolica, con l’ora di mezza mattina destinata al  catechismo e governata da Suor Giovanna. L’argomento del giorno sono gli Angeli e vedrà  Suor Giovanna, impelagata in un lungo contradditorio sull’argomento con Arturo, sette anni. Impegnata  a spiegare a un ragazzino, intelligente ma tignoso, che non si possono né vedere né toccare. Ma dopo essersi spesa invano e a lungo –  prima in un’interpretazione fumettistica alla Batman  poi in una  più scientifica: più o meno come dei virus – , alle convinte e pignolesche ulteriori  contestazioni dello scolaro, suor Giovanna taglierà la testa al toro dichiarando: gli angeli non si vedono ma hanno mille modi per manifestarsi, anche attraverso le persone  e  si può sollecitare il loro aiuto magari con una preghierina…
Epperò  quando in fondo all’aula Giovanni, seduto nell’ultimo banco con Marida, chiede alla sua vicina se lei crede  a questa faccenda della preghierina, lei non può  rispondergli perché le ha parlato dall’orecchio sbagliato. Da quello che non sente… E cosa potrebbe accadere se un angelo, o meglio un’infermiera, amica di Pisanelli e Aragona, non fosse in grado di intervenire e  far risentire proprio quell’orecchio? 
Anche Palma, il vice questore  dei Bastardi di Pizzofalcone, pensa ancora agli angeli come a una bella sensazione, positiva, a una perfetta armonia che può regalare felicità. Ricorda ancora  le lezioni di catechismo sentite da bambino, e oggi invece quella stessa  sensazione  gliela regala Ottavia che lo fa sentire sereno, migliore. Ora è lei  il suo Angelo. Bella come un angelo.
Ma mentre la guarda, il telefono suona. Risponde: è la rossa vicecommissaria Martini, con lei c’è il cinese, Lojacono. Sono in una  piccola ma curatissima e  perfetta  officina a Pizzofalcone.  Dove un cliente di passaggio, che ha notato la saracinesca aperta a metà e la luce ancora accesa,  è entrato e ha trovato il cadavere di Nando Iaccarino. Iaccarino non era solo un meccanico ma  molto di più, addirittura anche lui  un angelo secondo i suoi più affezionati clienti, come quello che l’ha trovato, primario di chirurgia toracica da giorni pazientemente in fila in attesa  che lui trovasse il tempo per la sua moto da collezione, una Harley Tour  Glide dell’81. Nando Iaccarino  l’uomo che aveva quasi taumaturgiche capacità di riparare ogni motore, viveva là in un piccolo appartamento sopra l’officina…
Nel negozio non c’è segno di lotta, evidentemente il meccanico conosceva il suo assassino e non aveva paura di lui. Il medico legale riferirà al sostituto procuratore,  Laura Piras, arrivata anche lei sulla scena  del delitto,  che l’assassino ha sfondato l’occipite di Jaccarino, affibbiandogli due colpi sulla nuca con un pesante oggetto contundente.  Nel terzo cassetto del banco  ci sono ancora alcune banconote ma anche la ricevuta di un prelievo in banca di 30.000 Euro. Quelli sono scomparsi, volatilizzati. 
Dagli immediati ma successivi approfondimenti si saprà che Iaccarino era noto come una persona specchiata. Un uomo che, prima di aprire la sua piccola attività, aveva sempre lavorato come autista e meccanico per gli Alagna, una famiglia di famosi e ricchissimi grandi industriali. La sua unica figlia, Julia Jaccarino, una manager di alto livello, oltre a essersi recentemente  fidanzata con Roberto Alagna divorziato, vive e lavora per le sue società internazionali a Milano.
Cosa c’è dietro quell’omicidio? Potrebbe forse trattarsi di una rapina occasionale? Oppure bisogna pensare alla longa manu della mafia? Ma perché? O c’entra l’usura? Questo sembra strano perché Nando Jaccarino aveva una figlia senza problemi economici.  E  di sicuro aveva fama di essere una bravissima persona che faceva solo bene il suo lavoro  e nel quartiere tutti chiedono  che venga  ritrovato il suo assassino.
Sarà un non facile compito per i Bastardi di Pizzofalcone scoprire chi è stato. Anche se alcuni di loro stanno vivendo momenti difficili, densi di preoccupazioni, dolori e  segreti. Anche se alcuni dei grandi capi, vedasi le alte sfere in questura,  avendo mal digerito i successi della squadra, se potessero metterli in difficoltà lo farebbero  volentieri. Insomma farebbero carte false per  farli cadere.  Come, dice la Bibbia, è successo anche agli angeli.
La saga continua e, come in un romanzo a puntate, fatti e pensieri corali dei tanti personaggi ricominciano a scorrere davanti a noi .
Non sbaglia Palma a chiedere di nuovo l’aiuto  di Pisanelli, non più in servizio, oggi un pensionato nulla facente che spende il suo tempo passeggiando ma  non rinuncia al suo fiuto da  poliziotto. Lui che in particolare è l’unico che è nato nel quartiere, ci vive e conosce tutti. La sua politica  e il suo  sapersi muovere saranno utili. Il suo buon cuore  gli fa sopportare le guasconate di Aragona, ormai convivente a gratis in pianta stabile a casa sua. Forse Pisanelli è un angelo ma in realtà la solitudine e i cattivi pensieri sono una brutta bestia e lui sotto, sotto ha finito con affezionarsi a quell’insopportabile discolo maleducato che scalpita sempre ma poi se ci si mette sa usare la testa.
Scorgiamo ancora dubbi, insicurezza e incertezze nella vita della rossa vice commissario Elsa Martini, ma anche se non l’ha capito per fortuna ha sua figlia, un vero angelo da comprare. 
Laura Piras invece, l’angelo che ha appoggiato e si è spesa fino in fondo per Pizzofalcone ora è incerta e inquieta. E forse è stanca di un rapporto fatto di troppi sotterfugi con Lojacono. Insomma  intravede la possibilità di nuovi orizzonti, di dare un altro indirizzo alla sua vita.  Cosa farà lui? Come potrà reagire? Ora però  con i rischiosi problemi di Marinella, sua figlia,  deve soprattutto  pensare a lei. Continuiamo a seguire passo, passo la difficile scelta di  Francesco Romano che vuole la piccola Giulia. Ma potrà  una bambina essere abbastanza  per uccidere un amore e ricostruire un matrimonio? La lunga convalescenza di Rosaria costringerà lei e Alex a  intraprendere una vera svolta nella loro vita. Funzionera? Sembrerebbe.
E assistiamo all’accettazione di Buffardi, il magistrato tutto d’un pezzo, forgiato da un passato duro e amaro, di qualcosa di molto importante, che non vuole più tenere al di fuori dalla sua vita.
Ancora una volta con Angeli per i Bastardi Pizzofalcone, Maurizio de Giovanni  ha scelto di sfumare il caso giallo e l’indagine poliziesca, per privilegiare la vita e  le storie private  dei suoi protagonisti. Sta funzionando? Si direbbe di sì, e l grande successo delle sue fiction televisive impostate sulle stesse regole  è là a dimostrarlo

Patrizia Debicke

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