Anime di vetro



Maurizio De Giovanni
Anime di vetro
Einaudi
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Napoli. Fine settembre 1932. Il possidente barone cilentano commissario Luigi Alfredo Ricciardi di Malomonte dagli occhi verdi è sempre più cupo e magro. La tata Rosa è morta, pur ben sostituita dalla 17enne nipote Nelide, tozza e massiccia, ispida ed efficiente. L’alta amata maestra quasi 25enne Enrica frequenta il maggiore tedesco Manfred, bello e atletico, capelli biondi e occhi azzurri, vedovo 38enne nominato funzionario culturale (di fatto una spia) presso la struttura diplomatica. L’innamorata splendida Livia si sta stufando dei suoi dinieghi e comincia a pensare sia gay. Lui sa di non potersi concedere per il bene di chi gliene vuole. Continua a sentire ultime voci e parole di chi muore ma in questura si annoia… finché la bellissima raffinata Bianca Borgati dei marchesi di Ziza, decaduta contessa Palmieri di Roccaspina, non va a chiedergli di indagare sull’omicidio di cui il marito (in stanze da tempo separate) si è accusato senza poterlo avere materialmente commesso. Il morto è un furbo avvocato usuraio. Aiutato dal fido possente brigadiere Maione, Ricciardi sa che si ammazza per fame o per amore e risolve il caso anche se quasi nessuno forse ne verrà a conoscenza.

Ancora una volta il nuovo bel romanzo del sensibile 57enne napoletano Maurizio De Giovanni ha come filo conduttore una celeberrima canzone, questa volta “Palomma ‘e notte” dell’esimio poeta Salvatore Di Giacomo e del musicista Francesco Buongiovanni (1906). Lì stanno i personaggi che inframmezzano la narrazione dall’inizio alla fine, i “chitarristi” vecchio e giovane; lì stanno le farfalle, le falene, di notte; lì occorre rispondere a donne capricciose e incostanti, desiderabili magari anche per quello; lì si spiega il sacrificio delle anime di vetro. Sono 8 in soli 9 anni i romanzi della serie “storica”, all’inizio Fandango, ora Einaudi; complessivamente coprono con acume e precisione meno di un biennio del periodo fascista. A posto del caffè c’è il surrogato. La società sportiva Napoli Calcio esisteva già da sei anni ma ancora non se ne sente parlare. Ricciardi trova un’amica alla quale confermerà che per lui le donne sono un vero mistero e vorrebbe “capirne qualcosa in più”. O confondersi definitivamente. Qualcuna gli prepara comunque polpettone e zuppa inglese.

Valerio Calzolaio

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