Aurora nel buio



Barbara Baraldi
Aurora nel buio
Giunti
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“Aurora Scalviati era la migliore, fino al giorno di quel conflitto a fuoco, quando un proiettile ha raggiunto la sua testa. Da allora, la più brava profiler della polizia italiana soffre di un disturbo bipolare che cerca di dominare attraverso i farmaci e le sedute clandestine di una terapia da molti considerata barbara: l’elettroshock.
Quando per motivi disciplinari Aurora viene trasferita in una tranquilla cittadina dell’Emilia, si trova di fronte a uno scenario diverso da come lo immaginava.
Proprio la notte del suo arrivo, una donna viene uccisa. Il marito è scomparso e l’assassino ha rapito la loro bambina, Aprile, di nove anni. Su una parete della casa, una scritta tracciata col sangue della vittima: ”Tu non farai alcun male”.
Aurora è certa che si tratti dell’opera di un killer che ha già ucciso in passato e che quella scritta sia un indizio che può condurre alla bimba, una specie di ultimatum… Ma nessuno la ascolta.
Presto Aurora capirà di dover agire al di fuori delle regole, perché solo fidandosi del proprio intuito potrà dissipare la coltre di nebbia che avvolge ogni cosa. Solo affrontando i demoni della propria mente potrà salvare la piccola Aprile ed evitare nuove morti…”

Normalmente diffido dei romanzi noir molto lunghi, e questo di Barbara Baraldi ha oltre cinquecento pagine; difficilmente si riesce a mantenere la necessaria suspense per tutto il corso del libro. Senza contare che romanzi di questa portata rappresentano comunque un discreto impegno per una lettura con un minimo di attenzione.
Bene, tutte queste considerazioni non valgono per Aurora nel buio. La Baraldi è sicuramente scrittrice di vaglio, non c’è bisogno che io lo ricordi, e il libro si legge benissimo, ovviamente non tutto d’un fiato, riuscendo sin dall’incipit a mantenere sempre alta l’attenzione del lettore. La vicenda è complessa e mescola con sapienza un’ambientazione moderna (la provincia emiliana dei giorni nostri, in apparenza tranquilla e sonnacchiosa, in realtà ribollente di fuochi sotto la cenere) con continui flash back e suggestioni anche medievali, che ricordano il miglior Eco del Nome della rosa.
La vicenda della piccola Aprile è solo una delle componenti del romanzo, che si articola e snoda in vari filoni, ovviamente tutti sapientemente legati fra loro, in un crescendo di tensione destinata a culminare in un finale sanguinoso che lascia spazio a un possibile sequel: “Nessuno… può uccidere… il lupo cattivo”. Il lettore si renderà presto conto che di lupi cattivi, nel romanzo, ce ne sono parecchi, e tutti ben descritti psicologicamente, tutti credibili, tutti incredibilmente vicini a noi. E il lupo più cattivo di tutti resta sempre libero e ben nascosto nel bosco, pronto a uccidere ancora.
Che dire ancora? I riconoscimenti che Barbara Baraldi ha già ottenuto, in Italia e all’estero, parlano da soli. Questo romanzo è un’ulteriore conferma del valore della scrittrice emiliana.
Un bel noir, ma anche un thriller psicologico che scava in profondità negli abissi della mente umana. Altamente raccomandato.

Gian Luca Antonio Lamborizio

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