Ballando nel buio



Roberto Costantini
Ballando nel buio
Marsilio
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E’ il più bello dei cinque romanzi di Roberto Costantini pubblicati da Marsilio. Protagonista di “Ballando nel buio” (copertina da incorniciare) è ancora una volta il commissario Michele Balistreri, costretto a confrontarsi con il suo passato: gli anni ‘70, le contestazioni universitarie, l’eversione, lo stragismo di Stato.
Delle quasi cinquecento pagine nemmeno una è sprecata. Sono pagine di una bellezza rara e cristallina. Come fa un ingegnere a scrivere così bene? Noi di Milano Nera glielo abbiamo chiesto nell’intervista realizzata in queste stesse pagine. Se non l’avete ancora fatto, leggetela! La trama giallo noir di “Ballando nel buio” potete trovarla un po’ ovunque; qui vi sveliamo che siamo nel 1986 e, mentre Maradona durante una partita ai mondiali del Messico segna uno storico gol di mano agli inglesi, un deputato democristiano, amico di gioventù di Balistreri, viene trovato cadavere. L’indagine che via via coinvolge, con altri morti, tutta la “vecchia” compagnia di camerati del commissario, si alterna agli anni Settanta. Sono gli anni cosiddetti di Piombo, gli anni in cui lo Stato va a braccetto con la Mafia, seminando morte e odio in tutto il Paese.
Come nei quattro precedenti romanzi, infatti, anche in quest’ultimo Costantini intreccia due piani temporali. Il presente di Balistreri
poliziotto e il passato di militante fascista. Due mondi all’apparenza in contrasto. Con un filo rosso che li lega: l’Italia degli inciuci, dei furbetti al potere, dei parolai e delle notizie controllate. Balistreri, dal canto suo, è sempre il solito: ribelle, insofferente alle regole, contraddittorio. Uno, insomma, che agisce di pancia, senza attendere l’ok dei suoi superiori. Ma il cuore di “Ballando nel buio” non sta nell’indagine svolta per scoprire chi si cela dietro alla scia di delitti. Piuttosto, al centro di tutto c’è l’amore del commissario per due donne. E in questa direzione predomina un senso di malinconia che a me ha tolto letteralmente fiato e sonno. Ogni singola pagina trasuda, manco fosse fatta di carne e ossa, di sofferenza. Balistreri è un uomo messo all’angolo dall’amore che reagisce mettendo l’amore in un angolo. Ne esce, come sempre, ferito ma in piedi. In “Ballando nel buio” c’è molta musica, da Lennon a Battisti, passando per Springsteen (la cui “Dancing in The Dark” dà il titolo al libro) e non a caso il romanzo ha parecchio ritmo. Il finale, poi, è potente, catartico. L’ultima pagina dà un senso a tutte le contraddizioni (anche amorose) del protagonista. Se fosse una canzone “Ballando nel buio” suonerebbe come “Festa Mesta” dei Marlene Kuntz. Voto: 8 e mezzo.

La nostra intervista a Roberto Costantini
http://www.milanonera.com/intervista-roberto-costantini-ballando-nel-buio/

Alessandro Garavaldi

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