Celtique



Maria Masella
Celtique
Frilli
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Confesso subito la mia ignoranza sui gialli scritti finora da Maria Masella e confesso anche che la vera spinta a leggere il romanzo è stato il titolo che mi stuzzicava parecchio. Infatti ero una cultrice delle grassocce Celtique e allora (ormai da molto tempo ho smesso di fumare) la mia dose quotidiana era ben oltre il pacchetto. Era un pacchetto diverso dagli altri, quadrato, morbido, di grande soddisfazione…

Ma torniamo a noi: ho incominciato, mi sono divertita, sono arrivata alla fine e ora vedo di rifarmi. Dunque ho conosciuto da poco il commissario di polizia Antonio Mariani da meno di una settimana, ma per me è stata subito simpatia.

Un personaggio Mariani: fortunato marito di Francesca Lucas moglie, amante, donna e spalla straordinarie, figlio di Emma, una madre giusta in tutti i sensi e padre felice delle due divertenti e tenerissime Manu e Ludo.

Romanzo binario, Celtique, perché Maria Masella ci regala in contemporanea un poliziesco noir ambientale che disobbliga il suo dovere di corretta critica sociale e un thriller, spy story vero e proprio con, a far da solida e circostanziata cornice alla trama, la doppia vita familiare e lavorativa del protagonista.

Familiare, con la parte del leone affidata alla moglie, mente pensante che si trasforma nel doppio della coscienza di Mariani e sembra il suo alter ego in ogni indagine. Lavorativa, con sua soddisfazione per l’efficienza dell’ispettrice Petri e qualche disillusione per il menefreghismo dell’ispettore Borato, ma dove i nuovi tempi burocratici, regole, compartimentazioni vengono a mettere sempre i bastoni tra le ruote al lavoro.

Comunque Mariani si trova di botto in mano due casi del tutto diversi tra loro. Quello ufficiale: la morte di un bravo senegalese, accoltellato per strada a Genova pare perché implicato in traffici di droga e quello non ufficiale: sbrogliare la matassa di un agguato terroristico che ha per vittima il proprietario di un’azienza marmifera avvenuto a Carrara l’anno prima e che forse vede un’innocente giornalista in galera.

Il passato ha scritto e prende contatto diretto per chiedere aiuto. Per lui diventa difficile stabilire le priorità. Difficile fare quadrare il quotidiano con i ricordi lontani.

Romanzo veloce, coinvolgente e diretto, dove ogni mossa e ogni particolare che riguardano protagonisti e comprimari hanno il loro perché e devono incasellarsi come tanti puzzle per portare alla soluzione o meglio, i casi sono due, alle soluzioni.

patrizia debicke

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