Chi ha incastrato private Dick?

Il nero ha i suoi miti. La cittŕ affogata nello smog, l’auto che scivola sotto la pioggia, la dark lady, il localaccio con l’insegna che lampeggia… nel tempo sono cambiate ambientazioni, intrecci e ritmo dell’azione ma un buon noir finisce sempre per giocarsi questi elementi.
Mi sembra perň che, negli ultimi anni, sia scomparsa una figura fondamentale da questo panorama. Quello che, ai tempi di Chandler e di Hammet, si chiamava Private Eye. Il detective, insomma. Descrizione? Sbirro privato, ex poliziotto, duro, mascella quadrata. Un uomo di cervello ma anche d’azione e, immancabilmente, un seduttore e per questo spesso definito Dick che č un termine gergale per indicare semplicemente un “tizio” o il suo attributo sessuale. Esattamente come, nella migliore tradizione noir, la bella maliarda viene chiamata Jade che significa anche prostituta o comunque donna di facili consumi come ci ricorda l’omonimo bellissimo film di Frankenheimer.

Nella scuola dei duri americana prima nei pulp, poi al cinema l’investigatore privato era l’incarnazione stessa del thriller d’azione, protagonista e manifesto del filone, sino alle estreme conseguenze sviluppate dalla Blaxploitation anni 70 il cui alfiere si chiamava appunto Shaft (Asta, palo per le anime semplici ma provate a tradurre la celeberrima sigla del film omonimo e capirete il senso del soprannome. . . ). Nipote del pistolero senza paura e papŕ dell’agente segreto ammazzasette, il Private Dick era l’emblema di un modo di affrontare il mistero con piglio virile, non esente da macchie ma affascinante proprio per quel suo lato grezzo che gli eroi di Peter Cheyney e di Mickey Spillane- Lemmy Caution e Mike Hammer- hanno saputo cosě ben interpretare.

Di certo una proiezione della figura del reduce di entrambe le guerre mondiali, un eroe solitario, disincantato che viene da un universo di violenza vera e disillusioni, adatto a percorre le umide strade del nero americano. E quale epoca non ha i suoi reduci? Corea, Vietnam, Golfo e mille altri conflitti hanno sempre generato eroi passati brevemente per le file di qualche distretto di polizia e approdati a un mondo sordido, di cazzotti,sbronze, indagini matrimoniali e inganni. Storie dove quelli della Scientifica sono sempre degli imbecilli e la veritŕ si tira fuori con un bacio o uno sganassone. La storia del filone č ricca di questi personaggi che ancora oggi hanno il loro pubblico nelle vicende d’azione. Perň mi pare che nei romanzi soprattutto oggi questo eroe e con esso un filone di storie, sia stato scacciato via,forse dall’ansia di costruire un best seller che catturi un pubblico femminile e femminista abitualmente distante da tali vicende. Al suo posto poliziotte single, patologhe dai gusti sessuali ambigui, coppie di donne che sembrano ‘casalinghe disperate’ piů che poliziotte.

E la dark lady diventa il serial killer depravato ma dotato di gusto ed eleganza. Niente di male ma, dopo una decina d’anni di questo clichč, sembra che dopo un’overdose di provette, sedute psicanalitiche, sogni sessuali repressi il genere abbia bisogno di… una pompata di steroidi ! Forse c’č ancora bisogno di quei brutti musi con la sigaretta accesa, la 38 infilata nei pantaloni e la fiaschetta di whisky nella tasca della giacca. Qualche emozione, credo, potrebbero regalarcela ancora…

stefano di marino

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