Chi ha ucciso Charmian Karslake?



Annie Haynes,
Chi ha ucciso Charmian Karslake?
Edizioni Le Assassine
Compralo su Compralo su Amazon

Di Annie Haynes, autrice di Chi ha ucciso Charmian Karslake? (Le Assassine, collana Vintage, 2018, pagg. 252, si sa davvero poco, salvo che, dopo un’infanzia infelice per l’abbandono del padre, approdò a Londra nel 1908 dove si appassionò alle rivendicazioni femministe e alla psicologia criminale e divenne intima amica di due great ladies della whodunit, Agatha Christie e Dorothy L. Sayers, tanto da far supporre che fosse stata una delle due a completare l’ultimo romanzo della Haynes (The crystal beads murder), morta prematuramente nel 1929 senza averlo concluso.
Pur non possedendo la maestria d’intreccio e la gustosa ironia delle celebri colleghe, la Haynes ha comunque firmato nella sua breve carriera dodici romanzi che si fanno apprezzare ancor oggi per coerenza della trama, vivacità dei personaggi, suggestione di atmosfera.
Chi ha ucciso Charmian Karslake? è la seconda opera della Haynes pubblicata in Italia, a poco più di un anno da Il delitto di Abbey Court (Elliot Edizioni, 2017): una scelta interessante, quella dei due editori, di concedere una seconda occasione a un’autrice che, pur meno nota di altre signore della golden age, si colloca con decoro tra quante hanno raccontato con eleganza il trionfo della capacità deduttiva nell’investigazione criminale.
In occasione di una tournée londinese, Charmian Karslake, celebre e bellissima attrice americana, accetta l’invito di Lady Viva Penn-Moreton a partecipare al ballo che si terrà nella sua residenza di Hepton Abbey, in onore del recente matrimonio del cognato. La presenza dell’attrice è attesa con curiosità non solo dai nobili invitati di Lord e Lady Penn-Moreton, ma dall’intero paese di Hepton, che guarda alla coppia con la deferenza e curiosità riservata ai sovrani. Charmian però viene uccisa la sera stessa del ballo, nella stanza da letto che la ospita, chiusa a chiave dall’interno. Nell’occasione scompare anche il suo prezioso e inseparabile ciondolo di zaffiro. A condurre la delicata indagine, viene chiamato in soccorso della polizia locale un abile segugio di Scotland Yard, l’ispettore Stoddart che, con l’aiuto dell’immancabile assistente Harbord, riesce non senza difficoltà a venire a capo di un’indagine in cui nessuno si rivela del tutto sincero e dove il passato della vittima gioca un ruolo fondamentale.
Il romanzo della Haynes regala ciò che promette: un paio di ore di gradevole evasione, un intreccio onesto e conseguente, personaggi briosi e ben caratterizzati, anche se forse il meno accattivante è proprio il detective protagonista, per quel suo sorriso furbo e sempiterno, a sottendere di saperla di gran lunga più degli altri.
L’aspetto meglio riuscito? La resa di quel mondo a doppio binario, la upper class da un lato, con i suoi privilegi e la sua arroganza, cui tutto è concesso, anche di essere al di sopra della giustizia, e gli umili dall’altro, vittime predestinate di inganni e abbandoni.
Non memorabile lo scioglimento del mistero della camera chiusa, non dopo aver letto i capolavori di John Dickson Carr, e forse nemmeno la scoperta del vero colpevole, sulla identità del quale S. S. Van Dine, a proposito delle sue celeberrime Venti regole per scrivere romanzi polizieschi, avrebbe arricciato l’aristocratico naso.
Una nota di merito all’editore: un testo privo di evidenti refusi e la correttezza di aver mantenuto il titolo originale, specchio dei tempi in cui l’opera fu redatta.
ANNIE HAYNES nacque nel 1865 in Gran Bretagna, nella contea di Leicester. Pochi particolari sono noti della sua vita. Abbandonata dal padre, la sua famiglia fu a lungo ospitata dai Beaumont, nella loro residenza di Coleorton Hall. Nel 1908 si hanno sue notizie a Londra, dove frequentò una nota femminista del tempo, Ada Heather-Bigg, e si accostò dapprima allo studio della letteratura in tema di psicologia criminale, per poi approdare alla scrittura di romanzi di detection. Nel 1923 pubblicò la sua prima opera The bungalow mistery che fu accolta con grande successo. Scrisse almeno dodici romanzi, di cui l’ultimo fu The crystal beads murder, pubblicato nel 1930 dopo la morte dell’autrice avvenuta l’anno precedente. Si pensa che a completarlo fu una delle sue amiche e colleghe, Agatha Christie o Doroty Sayers.
I suoi romanzi appartengono a tre serie distinte: tre con protagonista l’ispettore Furnival, quattro con l’ispettore Stoddart e cinque senza protagonista fisso.

Giusy Giulianini

Potrebbero interessarti anche...