Figli del segreto- Intervista a Cinzia Tani

51eJ4yrSHAL._SX323_BO1,204,203,200_Abbiamo incontrato Cinzia Tani autrice di Figli del segreto  (Mondadori Omnibus) primo volume della sua Trilogia sugli Asburgo.

Figli del segreto, denso romanzo storico corale, ambientato soprattutto nei primi trentacinque anni del sedicesimo secolo e che si chiude con la conquista di Tunisi, è il primo capitolo di una trilogia intitolata “Il volo delle aquile”, dedicata agli Asburgo tedeschi/spagnoli e che ci accompagnerà lungo cent’anni della loro storia. Un primo capitolo che presenta, in veste di protagonisti e coprotagonisti che rappresentano il vero fil rouge della storia, gli orfani Acevedo, quattro anzi cinque con quello che scopriranno essere loro fratellastro, che alla morte dei genitori, barbaramente assassinati nell’atrio del loro palazzo, saranno affidati alle cure della zia Angela. Per loro fortuna Angela sola e ricca di famiglia quanto lo erano loro, sarebbe cugina prima di Isabella, regina Castiglia (e dunque anche regina consorte d’Aragona) madre di Giovanna (passata alla storia come Giovanna la Pazza) e perciò suocera di Filippo d’Asburgo (noto anche come Filippo il Bello) ma anche madre di Caterina sposata prima ad Arturo Tudor (morto un paio di anni dopo ) poi a  Enrico, salito poi al trono d’Inghilterra con il nome di Enrico VIII. Le vite dei cinque ragazzi Acevedo sono destinate a legarsi con quelle dei reali spagnoli, dei rappresentanti della corte sovrana fiamminga e di altre grandi e potenti corti europee, trasformandoli in attori, testimoni e vittime di un grande secolo, il Cinquecento. Un secolo foriero di enormi cambiamenti epocali. Con le meraviglie delle Americhe a portata di navigazione. Un secolo che ha visto l’esplosione dello splendore delle arti, dell’architettura, frutto della eccezionale creatività dei massimi artisti e allo stesso tempo un secolo multiforme, che vide principi competere cavallerescamente in tornei e combattersi a morte in guerre fratricide. Un secolo spettatore di ostinate rivalità, di aberranti prevaricazioni, di consolidate geometrie che vedevano calcolati matrimoni d’interesse, celebrati a ogni costo con lo scopo di rinsaldare alleanze politiche, di fragili paci e di foschi intrighi che hanno portato alla nascita di nuovi stati e nuove religioni. Non certo un secolo fatto da “buoni”. A Roma, Isabella Gonzaga vende a caro prezzo ai nobili rifugio dai lanzichenecchi, nel suo palazzo sotto la protezione del figlio Ferrante. All’attacco della flotta turca e del sanguinario Barbarossa, al fianco di Carlo imperatore, milita l’implacabile Andrea Doria, massimo ammiraglio genovese. Sui campi di battaglia, muoiono eroicamente Gaston de Foix e l’indimenticabile, irruento e travolgente Giovanni dalle Bande Nere. Il ‘500 è un secolo che ha visto lo scontro tra i più importanti rappresentanti del potere temporale e secolare, che non si sono tirati indietro di fronte a nulla, neppure il Sacco di Roma, per imporsi in una società spietata. Il secolo in cui ha brillato la stella di Carlo V e  ha visto il predominio degli Asburgo ma, con gli infedeli che premono ad oriente, anche il memorabile scontro dei cristiani con i Turchi, (Lepanto). Il secolo in cui Lutero, monaco tedesco, ha affisso sulla porta della chiesa di Wittemberg quelle 95 tesi che sconvolgeranno l’Europa tanto da far scricchiolare il papato e spingere il sovrano inglese a ripudiare la prima moglie, Caterina d’Aragona figlia di Ferdinando e Isabella di Castiglia… Ma ora basta con l’introduzione e invece torniamo a noi e a Figli del segreto, romanzo coinvolgente, con per palcoscenico la grande storia. Siamo partiti da un primo capitolo che ci ha accompagnato a volo d’uccello in Spagna, Portogallo, Inghilterra, Fiandre, Danimarca, Ducato di Milano, Regno di Napoli, fino ad arrivare alle coste dell’Africa, a Tunisi. Il seguito verrà con gli altri due volumi della trilogia, ora qualche domanda su questo.

33585830_601642253535164_789941556290256896_oPerché la scelta del presente per impostare la narrazione?
Perché il presente rende le scene più reali, come se si stessero svolgendo sotto i nostri occhi. Io scrivo i miei romanzi in modo molto cinematografico e il presente mi aiuta a far entrare il lettore immediatamente nella storia o nella mente di un personaggio. Ho scritto altri romanzi al passato e nell’ultimo prima di questo, Il capolavoro, ho alternato i due tempi perché la storia si svolge in luoghi ed epoche diverse per poi riunirsi.

La Spagna è stata teatro di altri suoi romanzi anche se in altre epoche. C’è un legame particolare con la penisola iberica?
Amo moltissimo la Spagna e gli Spagnoli ma non ho un legame particolare con quel Paese. In questo caso volevo raccontare gli Asburgo e gran parte della loro storia si svolge proprio in Spagna. Ma non dimentichiamo che Carlo V è nato nelle Fiandre! L’altro libro parlava della guerra civile spagnola e in quel caso mi interessava la vicenda e non il paese. Così come ho ambientato un romanzo in Messico per raccontare la rivoluzione di Pancho Villa e Zapata. Mi sono anche accorta che diversi miei romanzi iniziano in Veneto e i protagonisti sono veneti ma non c’è una scelta da parte mia, capita.

Una lunga e proficua carriera di scrittrice che ha visto, se non erro, romanzi, romanzi gialli, thriller ambientati anche nelle Americhe, storici medioevali, altri sulla guerra civile spagnola, ecc. eccetera. E oggi il “500, Quale è stata la molla per sceglierlo?
Ero a una convention in Spagna (ancora la Spagna…) circa quindici anni fa quando il direttore della Mondadori Gian Arturo Ferrari mi tenne due ore nella sala degli Asburgo raccontandomi la vita di ogni personaggio. Da allora ho cominciato a raccogliere libri su Carlo V. Poi ho visto la serie dei Medici, dei Tudor, dei Borgia e mi sono chiesta: e gli Asburgo? Così ho deciso di scrivere la trilogia.

E domanda d’obbligo. Come ti sei mossa per arrivare alla ricostruzione storica?
Questa è la parte più bella del mio lavoro. Io alterno romanzi storici a biografie. Quindi è sempre la storia il punto di inizio. Per quanto riguarda le biografie utilizzo centinaia di libri acquistati da tutti i paesi (fortunatamente con l’università ho fatto anche Scuola Interpreti e leggo bene inglese, francese e spagnolo). Per i romanzi storici parto. Sono una viaggiatrice solitaria. Parto sola ad agosto e passo un mese nel paese in cui ambiento la storia. Così è stato per la Spagna, l’Australia, la Germania, la Patagonia, la Puglia di Federico II etc. poi vedo film, leggo tantissimi libri nelle varie lingue, leggo anche libri che parlano di alcuni argomenti che mi servono (per esempio le armature, i tornei, i castelli di Federico II, le regge di Carlo V etc.). Preparo moltissimi file, faccio tante scalette, mi immergo nel mondo che voglio raccontare e inizio.

E perché focalizzare la trilogia sulla storia della dinastia Asburgo, discendente da Federico III?
Proprio perché non esiste una saga su di loro. E’ allora che nasce l’Europa e il Cinquecento è il secolo più interessante che ci sia stato: due scismi religiosi (Lutero e Enrico VIII), il massacro del Sacco di Roma, Giovanni dalle Bande nere, i Lanzichenecchi con il loro grande comandante Frundsberg, le conquiste geografiche (Colombo, Magellano, Cortès, Pissarro…), l’Inquisizione, le battaglie contro i musulmani (Il pirata Barbarossa e il sultano Solimano il Magnifico) e tanto, tanto altro.

Chi tra i personaggi storici descritti nel romanzo è il tuo preferito?
Per quanto riguarda i personaggi della realtà ho amato molto Giovanna di Castiglia. Una ragazza costretta per ragioni politiche a sposare Filippo il Bello d’Asburgo che la tradiva platealmente, la umiliava, la picchiava. Lei reagiva con scenate terribili e questo è stato il pretesto, prima dei genitori e poi del figlio, di chiuderla per sempre in una fortezza e farla torturare. Lei non si è ribellata o lo ha fatto poco perché amava il padre e il figlio era l’Imperatore.

E quale tra quelli che hai creato?
Fra quelli che ho creato, a parte i fratelli Acevedo diversissimi uno dall’altro, ho amato le due guerriere tedesche: Greta, nipote del comandante Frundsberg e la figlia Agnes. Ragazze passionali, audaci, forti. Fantastiche.

La fiction narrativa legata ai fratelli Acevedo, insiste molto sulle loro relazioni amorose ed extraconiugali. Quanto le loro convinzioni religiose più aperte, anche se difficili da accettare allora, hanno condizionato le loro scelte?
Rispetto al bigottismo dei reali, loro sono molto simili a Giovanna di Castiglia che era religiosa ma odiava i roghi dell’Inquisizione, le pratiche masochistiche, essere obbligata a vivere in mezzo ai sacerdoti e le imposizioni. Sono più liberi, liberi di amare persone sbagliate, liberi di credere o no.

Angela Acevedo, la zia, è un bel personaggio che ha fatto le sue scelte di vita e ne ha subito le conseguenze La potresti definire femminista?
Ci sono sempre personaggi così nei miei libri. Nel libro Lo stupore del mondo la protagonista siciliana, Flora, nel 1200 rifiuta un matrimonio combinato. Qualcuno mi ha detto che non poteva esserci una femminista in quell’epoca. Io rispondo che le donne non sono mai cambiate, avrebbero sempre voluto scegliere se fosse stato loro concesso di farlo. Flora si ribella e ci riesce, Angela si ribella e ci riesce. Purtroppo per questo c’è un prezzo da pagare.

Giovanna di Castiglia, alla quale la Manuela Acevedo dedicherà tutta la vita, era veramente pazza ?
Se lei fosse stata pazza lo sarei anche io. Sono una donna molto gelosa e possessiva e se avessi subito dall’uomo che amavo quello che ha subito lei avrei reagito anche io con scenate, silenzi, digiuni etc. Ma io sono io e non subisco, me ne vado.

Chi era e com’era Carlo V, che a diciannove anni si ritrovò a capo «di un impero che non si era mai visto neppure ai tempi di Carlo Magno» e, aggiungo io, sul quale non tramontava mai il sole?
Un uomo eccezionale pur con molti difetti. Era incontrollabile per quel che riguarda il cibo e il sesso. Per questo soffriva di gotta e ha sparso figli bastardi qui e là. Ma era colto, audace in battaglia, sapeva circondarsi di consiglieri competenti. Era molto religioso, amava la moglie moltissimo e senza di lei per molto tempo si è sentito perduto. Poi purtroppo usava le sorelle e i figli per scopi politici, facendoli sposare per ottenere delle alleanze.

Quali furono i principali ostacoli verso il suo cammino di gloria?
Il denaro innanzitutto. Le numerose guerre combattute in Italia e contro i Musulmani lo costringevano a mettere molte tasse nei Paesi che dominava e questo gli ha creato diversi problemi. Per essere eletto imperatore ha fatto debiti con i banchieri Fugger che poi non poté ripagare. Comunque la gloria l’ha raggiunta ed è stato tanto accorto da abdicare quando non si sentiva più in grado di governare. Ha lasciato tutto al figlio Filippo ma è rimasto dietro le quinte per consigliarlo e aiutarlo.

Perché tenne sempre prigioniera sua madre Giovanna, regina di Castiglia?
E’ molto triste che una madre, un padre e poi un figlio tengano prigioniera una donna intelligente, lucida e saggia come Giovanna. Ma era pericolosa per il loro potere. Quando ci fu la rivolta dei comuneros che volevano riportarla sul trono, l’imperatore sconfisse i ribelli e fece uccidere i capi. D’altronde lei non accettò la libertà per rispetto verso il figlio!
Diversamente a quanto si fa d’abitudine nei romanzi storici, nel tuo Figli del segreto spesso i personaggi cedono spesso il timone della fiction alla grande storia. Ḕ stata una scelta precisa e se sì perché?
Perché la Grande Storia è meravigliosa e ha tantissimo da insegnarci. Io per prima non conosco gli avvenimenti che poi descriverò e facendolo mi esalto. A scuola la storia è insegnata male, tante date, nomi di battaglie e poco tempo dedicato ai vari protagonisti, alla loro vita anche privata, al loro pensiero. Ecco io ho pensato anche ai ragazzi dei licei…

Chi a tuo vedere potranno essere i lettori privilegiati per questo romanzo?
Di solito il mio pubblico è soprattutto femminile ma per quanto riguarda i romanzi storici ho anche molti lettori maschi che di solito amano leggere la storia romanzata. E poi i ragazzi. Vado in molte storie a presentare i miei libri. Quello su Federico II era stato scelto in diverse scuole delle Puglie come lettura dell’anno.

Cinzia Tani, giornalista e scrittrice, è inoltre autrice e conduttrice di programmi radiotelevisivi, tra cui “Il caffè di RaiUno”, “Visioni Private”, “FantasticaMente”, “Assassine” e “Italia mia benché”. Nel 2004 è stata nominata Cavaliere della Repubblica per meriti culturali. Ha pubblicato tra l’altro per Mondadori: Assassine (1998), Coppie assassine (1999), Nero di Londra (2001), Amori crudeli (2003), L’insonne (2005), Sole e ombra (2007, Premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (2009), Charleston (2010), Io sono un’assassina (2011), Il bacio della dionea (2012), Mia per sempre (2013), La storia di Tonia (2014), Il capolavoro (2017).

MilanoNera ringrazia Cinzia Tani per la disponiblità

Patrizia Debicke

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