Colpisci e scappa – Intervista a Doug Johnstone

41swz5unQtL._SY264_BO1,204,203,200_QL40_Il plot del romanzo mi ha ricordato i film hard-boiled . Ci pensavi mentre lo scrivevi? Perché il libro è davvero molto cinematografico, sarebbe perfetto sul grande schermo…
Amo tutti i vecchi film noir hard-boiled, e ovviamente i libri da cui sono stati tratti e devo dire che hanno molto influenzato Colpisci e scappa, così come devo molto a scrittori come James M.Cain, Jim Thompson e Dashiell Hammett.
Ho appena letto “La morte paga doppio” di James M.Cain, che è la storia noir perfetta: parla di persone normali che si ritrovano in situazioni incasinatissime, una storia destinata al fallimento sin dall’inizio ma assolutamente irresistibile.
Penso che tutti quelli della mia generazione siano stati molto influenzati sia dai film e dalla televisione che dalla letteratura. Quando scrivo, mi viene naturale pensare e visualizzare le scene in modo cinematografico. Non mi chiedo mai ” potrebbe diventare un buon film?”, è solo che il libro mi viene così, naturalmente.
La mia scrittura, inoltre, è concisa, tagliente, minimalista e questo credo dia alla narrazione un ritmo molto reale e la renda, quindi, molto più simile a una sceneggiatura che a un romanzo. Evito ogni descrizione non necessaria, monologhi interiori e qualsiasi altra cosa possa rallentare il ritmo, concentrandomi solo sulla trama, sui personaggi e sui dialoghi.
Poi, come capita spesso, Colpisci scappa è stato opzionato due volte dalla televisione, ma nulla poi è stato ancora fatto.
Chissà, magari un giorno…

Perché hai scelto Edimburgo come setting per il tuo romanzo? Cambierai ambientazione per qualche tuo prossimo libro?
Colpisci e scappa era il mio quarto libro, ma il primo ambientato a Edimburgo. Ora sono a otto libri pubblicati, e tre sono ambientati lì.
Vi ho vissuto per quasi trent’anni, ma all’inizio evitavo di ambientarvi storie. Edimburgo è uno sfondo molto presente nel panorama letterario, Ian Rankin, Robert Louis Stevenson, Muriel Spark, Irvin Welsh solo per dirne alcuni, vi hanno ambientato le loro storie, e questo mi spaventava. Dopo un po’, però, ho riflettuto sul fatto che la mia Edimburgo era diversa dalla loro ma altrettanto meritevole di essere descritta e cos’ì l’ho fatto.
Solitamente scrivo storie che sono ambientate in piccole regioni geografiche. Così, sebbene Colpisci e scappa sia ambientato a Edimburgo, non è la Edimburgo che conoscono i turisti, ma un’area ben precisa intorno a Arthur’s Seat e al quartiere studentesco, quello dove ho frequentato l’università.
Amo scrivere di Edimburgo, c’è un dualismo, i ricchi e i poveri che vivono gli uni accanto agli altri, che ne fa uno sfondo perfetto per un buon dramma, per una buona storia.
Dopo Colpisci e scappa, ho scritto altri due libri sempre ambientati a Edimburgo e due ambientati altrove in posti più piccoli. Il mio libro più recente, Crash Land si svolge alle Isole Orcadi, nel nord della Scozia, uno scenario perfetto per la crime-fiction.

Devi sentirti a casa anche durante il processo di scrittura?
Devo conoscere il posto di cui sto parlando, se è questo che intendi. Non scriverei mai di un posto che non conosco e dove non sono mai stato. Cosi faccio viaggi alla scoperta dei posti che descriverò nei miei romanzi. Faccio molte foto, ne assorbo l’atmosfera, ascolto le conversazioni per strada e altre cose simili. In questo modo, il lettore poi percepisce “la verità” del posto e delle persone che vi abitano.
Fino ad ora ho ambientato tutti i miei libri in Scozia, ma non detto che sarà sempre così. Il mio prossimo libro parlerà di una Edimburgo bizzarra e insolita, piena di vulcani e terremoti, per esempio.
Mi piacerebbe molto scrivere una storia on the road, ambientata in California. Ho anche un’idea per un libro di fantascienza.

In Italia ci sono molti giallisti e romanzieri che si occupano anche di politica, e scrivono articoli “contro” su riviste e quotidiani. Credi sia possibile colorare di politico un noir, un thriller?
Sicuramente un noir o un thriller possono essere politici, ma non necessariamente devono esserlo.
Io non penso ai miei come mezzo per trasmettere un messaggio politico, nonostante io personalmente sia molto franco e diretto per quanto riguarda la mia idea politica.
Credo in una Scozia indipendente, per esempio , ma fino ad ora non l’ho mai detto in nessuno dei miei libri.
Penso anche però che il noir abbia sempre un sottofondo politico, seppur non chiaramente esplicitato, dato che i protagonisti del vero noir sono sempre i poveri, gli emarginati, la classe lavoratrice, quelli insomma che non hanno alcun potere.
Non devi colpire il lettore sbattendogli in faccia la tua idea politica, ma raccontando le storie di queste persone, dando loro voce. In questo modo si ha un’importante affermazione politica e culturale.

Pensi che i noir abbiamo oggi un ruolo sociale?
Decisamente. Come ho detto nella risposta precedente. Credo che il noir e la crime fiction siano un grande mezzo per esprimere idee sulla responsabilità sociale e sulla deprivazione.
Ian Rankin dice che se vuoi scoprire come è realmente un paese devi leggere la crime fiction di quel paese, e io sono d’accordo. Non sono elitari, o borghesi, la crime fiction e il noir solitamente parlano di veri problemi che affliggono vere persone. Ribadisco che personalmente rifuggo dall’esprimere troppo decisamente le mie opinioni nei miei libri, ma solo il fatto di raccontare le storie e le persone che vedi intorno a te ogni giorno è una cosa di per sé meritevole.

Che libri ami come lettore? Nel tempo libero leggi gialli e noir, oppure preferisci generi diversi? 

Leggo ogni genere di libri, anche perché in Inghilterra sono anche un editor. Leggo fiction e non-fiction, inglese e internazionale, poesia, graphic novel, di tutto, insomma.
Ma il mio genere preferito sono quei libri che si collocano ai margini del noir e della crime fiction, e solitamente non sono i più popolari o commerciali. Amo speciamente molti scrittori americani, perchè dimostrano grande affinità e comprensione dei meravigliosi, strani e bizzarri recessi della crime fiction. Uno dei miei preferiti è James Sallis, penso che sia il perfetto scrittore di noir. Altri sono Megan Abbott, Sara Gran, Don Winslow e Laura Lippmann.
Recentemente ho trovato “Dodgers di Bill Beverly un gran romanzo. Tra gli scrittori scozzesi, William McIlvanney è una leggenda e io adoro tutti i suoi libri.

Suoni, scrivi, ti sei laureato in Fisica , come concili questi aspetti della tua vita?
Beh, la fisica è stata taaaaaaaaaaanto tempo fa…non me ne occupo più. Comunque, non ho nessun problema a conciliare tutti gli aspetti della mia vita, penso che serva a mantenere le cose interessanti. La mia occupazione principale è scrivere, ma faccio anche il giornalista e l’insegnante, sia scrittura creativa che accademica. Faccio anche musica, la mia musica, e suono tutti gli strumenti. Ho appena messo su un’altra band dove suono come batterista. La band è formata da scrittori di crime, come Mark Billingham e Val McDermid. E dirigo la squadra di calcio scozzese degli scrittori, che è divertentissimo. Penso che ogni singola cosa di queste alimenti l’altra, soprattutto la musica e la scrittura. Spesso uso la musica come ispirazione e viceversa. Sono entrambe parte di me. Mettiamola così: non riesco a immaginare un solo momento nella mia vita nel quale non stia facendo tutte queste cose;perché sono tutte belle!

Grazie a Doug Johstone e a Martino Ferrario di CasaSirio

Roberto Estavio

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