Consigli pratici per uccidere mia suocera



Giulio Perrone
Consigli pratici per uccidere mia suocera
Rizzoli
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E’ una black comedy l’ultima opera di Giulio Perrone, alquanto inattesa dopo L’esatto contrario, thriller uscito nel 2015 sempre per i tipi di Rizzoli. Qualcosa accomuna però i due romanzi: un protagonista che lavora nell’eccentrico mondo dell’editoria, una trama che restituisce il gusto genuino di una ricerca interiore e una scrittura godibile, cui è facile aderire ma che suggerisce riflessioni profonde.
I punti di contatto si fermano qui perché questi CONSIGLI PRATICI di Perrone possiedono il ritmo brillante di una sophisticated comedy, alla Noel Coward per intenderci, in cui non mancano gli ingredienti del genere (umorismo graffiante, dialoghi brillanti, borghesia medio-alta, glamour che arriva da riviste patinate, equivoci, sparizioni improvvise) ma a cui l’ambientazione nel quartiere San Lorenzo di Roma, tra zona universitaria trattorie di borgata e sushi bar, restituisce un’attualità più verace.
E il mistero, direte voi, dov’è?
Non manca, ve lo assicuro. E’ innanzitutto nel titolo del romanzo, balzato di prepotenza all’immaginazione di Giulio Perrone e accettato con entusiasmo dalla Rizzoli. Sì, proprio in quei CONSIGLI PRATICI PER UCCIDERE MIA SUOCERA che il proprietario di una casa editrice pretende dai suoi collaboratori per ideare le modalità dell’omicidio che sarà la chiave del suo prossimo thriller. Li esige dal suo sfortunato entourage, cui appartiene il protagonista del romanzo, Leonardo Mameli, sottopagato traduttore e scout di talenti. L’editore purtroppo ha ambizioni letterarie, peraltro malriposte vista la qualità della sua voce narrativa, e reclama un plot di originalità e fantasia assolute. Ma quella suocera sarà davvero un personaggio letterario o una persona della sua vita reale? Primo mistero.
Leo intanto scopre di avere ancora un padre, perso nei meandri di un’infanzia non fortunata quanto ad affetti genitoriali. Quel padre si presenta un giorno alla sua porta, come fosse passato un attimo e non trent’anni dal suo abbandono. Sorriso smagliante, capello canuto ma fluente, racconti rocamboleschi sulla sua carriera americana come controfigura di divi, gli resta solo un Duetto Alfa Romeo rosso fiammante, il compenso per aver recitato ne Il laureato come sosia di Dustin Hofmann. E debiti, a non finire: scommesse su corse di cavalli e di cani, poker. Dustin, cui il soprannome americano è rimasto appiccicato addosso, è inseguito da gangster che pretendono con violenza il pagamento dei debiti, in una Roma notturna che a tratti diventa Chicago. Riuscirà a trovare il denaro, o meglio ci riuscirà Leo, salvandosi poi dai cazzotti che quei ‘signori’ intanto gli somministrano a scopo preventivo? Secondo mistero.
Leo ha anche due amanti, o meglio: Annalisa, che tale era all’epoca in cui ha lasciato la moglie e che ora è la sua compagna di vita, e Marta la ex-moglie con cui da poco tradisce Annalisa. Chi sceglierà Leo tra le due? Una scelta ahimè si impone perché le due donne la pretendono e la sua psicoterapeuta, la Dr.ssa Statuti che lo incalza peggio di un mastino, la sollecita. Terzo mistero.
Forse però l’enigma più avvincente del romanzo, l’indagine più complessa sta in quel riluttante percorso di autoconoscenza che il recalcitrante Leo compie all’interno di se stesso. Archetipo di una generazione di trenta-quarantenni, ma potremmo dire anche cinquantenni, che fuggono la maturità e le responsabilità sgradite che ne derivano, Leo non vorrebbe scegliere e temporeggia. Lui, in fondo, ha potuto godere di “Uno dei vantaggi d’essere stato bambino negli anni Ottanta [quando] i gusti del gelato erano pochi, scegliere era facile”. Leo quindi non è abituato a scegliere. Eppure si interroga e si sente fragile in confronto alle donne della sua vita, diverse ma ugualmente solide e decise ad averlo nel loro progetto.
Un romanzo sulla scelta, questo di Giulio Perrone, narrato con tono e ritmi da commedia, un linguaggio sciolto che pure fotografa con graffiante precisione un’identità maschile dubbiosa e fragile.
Non solo. Uno spaccato dell’editoria attuale raffigurato da un addetto ai lavori: attività sottopagate, editori dall’ego ipertrofico e dall’incerto talento imprenditoriale, attività di scouting condotte con finalità confuse o peggio personalistiche, troppi scrittori e ben pochi lettori.
Giulio Perrone – appassionato di libri da sempre, scrittore dai tempi del liceo classico e del suo maestro Walter Mauro, editore da dieci anni – ha molte frecce narrative al suo arco. Arrivano tutte a segno, sia che colorino l’attualità della scena editoriale o che sorridano nel racconto dell’angosciante ricerca dell’identità soggettiva.

 

Giusy Giulianini

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