Corpo morto



Marco polillo
Corpo morto
Piemme
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A dodici anni di distanza dalla pubblicazione di Testimone invisibile, l’editore e scrittore Marco Polillo, torna in libreria con un nuovo romanzo, protagonista “il buono, paziente, affidabile, metodico, ripetitivo” Enea Zottěa, vice-commissario della questura di Milano.E’ l’inizio di ottobre a Positano, la piccola barca a noleggio dalla “fiancata dipinta di verde scuro” ed il cui nome “si leggeva a malapena, Rosa di Capri”, č a riposo “legata da una spessa e corta corda alla boa in mezzo alla baia” del tutto ignara che molto presto “sarebbe stata esaminata da cima a fondo, scrutata, controllata, passata al setaccio nella speranza di trovare chissŕ quale indizio”. Enea Zottěa “di media statura, dai folti capelli neri e dai grossi baffi” arriva a Positano, senza la moglie Enza rimasta a Milano col gatto, per trascorrere una settimana di riposo ospite di due amiche d’infanzia, le sorelle Teresa e Serena. Detto “baffo” per la sua abitudine di toccarsi e tirarsi i folti baffi, il vice-commissario Zottěa, comincia a godersi i piaceri della vacanza oltre a quelli offerti dalla compagnia della bella Serena, suo vecchio e impossibile amore, della quale subisce ancora il fascino. La quiete della splendida localitŕ turistica č turbata dal ritrovamento di un cadavere accoltellato sulla barca “Rosa di Capri all’ancora a poche decine di metri dalla riva”. La vittima č Cesare Dorigo, titolare insieme ad altri due soci di una concessionaria automobilistica a Napoli ma con molte filiali. Dorigo č stato ucciso da un profondo taglio alla gola. Teresa č in lacrime, Dorigo era socio di suo marito. Suo malgrado, Zottěa viene coinvolto nelle indagini, “lui era un poliziotto, era abituato a queste cose, si trovava a suo agio con i cadaveri, meglio ancora se squartati selvaggiamente. Era il suo terreno quello e si vedeva”. La disinvoltura e la sicurezza ostentata da Zottěa in ambiente di lavoro, vengono meno quando si ritrova vicino a Serena, “con lei Enea era tornato indietro di anni, si sentiva sempre il ragazzino giudicato, preso in giro da chi non era alla sua portata, peggio, da chi sapeva di non essere alla sua portata”. Il sentimento percorre tutte le pagine del libro, coinvolge vittime e sospettati e rende il detective, seppur un uomo serio e professionale, anche profondamente romantico. Polillo, col suo stile raffinato e vivido, non rinuncia all’amore e lo mixa sapientemente con il delitto. La polizia brancola nel buio e ben presto altre due vittime si aggiungono alla misteriosa morte sulla barca. Tra emozioni, ricordi, telefonate della moglie, nuove sensazioni, Zottěa si appassiona al caso e conduce le indagini affiancando i colleghi. Ma lui č diverso, č un osservatore ed un ragionatore, nota particolari, riflette sulla dinamica dei delitti e poi si concentra su pezzetti di carta trovati vicino all’ultima vittima. Il metodico Zottěa, mai una volta “che al suo nome fosse stato accoppiato un altro aggettivo” arriva alla sua soluzione del caso pur accettando la versione ufficiale della polizia locale.

 

cristina marra

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