Cristiani di Allah



Massimo Carlotto
Cristiani di Allah
E/O
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Massimo Carlotto abbandona, temporaneamente, ambienti degradati della malavita contemporanei per accompagnarci nelle atmosfere corsare del cinquecento.
Nell’inconsueta ambientazione storica, raccontata con precisione, s’incastona una storia d’amore leggendaria tra Othmane e Redouane: due rinnegati che hanno volontariamente abbandonato la fede cristiana per accogliere un futuro di libertŕ.
Algeri la bianca accoglie transfughi di tutte le fedi mettendo come unica condizione il rispetto delle leggi vigenti in terra e mare.
La vita dei corsari č fatta d’incursioni mirate, qualche mese a battere le coste, nel pieno rispetto della ripartizione del bottino tra gli esecutori materiali delle razzie e i finanziatori.
Una parte va nelle casse degli amministratori d’Algeri, un mondo in sostanza perfetto, non indenne da intrighi e tradimenti ma con un equilibrio socio politico che rasenta l’utopia.
E’ un noir di sentimenti questo, la rappresentazione d’eros e thanotos, amore e morte, il vero motore delle grandi imprese e delle esistenze vissute con intensitŕ.
Presagi di sventura si addensano sulla coppia di rinnegati.
Assedi, duelli e tradimenti si mescolano nella narrazione che ha momenti d’accelerazione avventurosa e cupe pause di dolorosa riflessione.
C’č un posto d’onore anche per coloro che i corsari li subiscono, gli schiavi catturati durante le incursioni; Lucia č una cantante veneziana asservita e umiliata, per lei Algeri č l’inferno, schiavitů contrapposta alla libertŕ per chi abiura al proprio credo.
Fiera e ribelle, incrocerŕ la sua strada con quella degli amanti aggiungendo una struggente nota di speranza alla loro storia.
Sono i personaggi a dare verosimiglianza alle ambientazioni di Carlotto, nessuna indulgenza e assenza totale di mitizzazione, la violenza dell’epoca č profondamente connaturata nel mestiere della guerra che i protagonisti praticano senza ombra di rimorso o pentimento, anche se gli incubi notturni, di vittime straziate, sembrano suggerire una scelta pacifica a questo modus vivendi.
Nella stessa maniera vivono i loro sentimenti, commettendo errori gravi che saranno pagati col sangue.
Veritŕ, giustizia e ineluttabilitŕ del destino, motivi ricorrenti in Carlotto, ma qui c’č spazio anche per l’uso sapiente della tenerezza.
Lo stile narrativo appare particolarmente sperimentale, Carlotto, affrontando il pubblico del romanzo storico, abituato ad affreschi letterari molto complessi, non rinuncia alla sua arma vincente: la capacitŕ di far “bruciare” la storia tra le mani del suo interlocutore.
Le gesta di questi corsari potrebbero essere state narrate nella pubblica piazza di quel tempo da un cantastorie particolarmente talentuoso, senza grandi pretese di messaggi morali, ma con la passione e la voglia di tramandare eventi mitici, č forse č proprio questo l’effetto narrativo che si vuole trasmettere al lettore.
Di recente lo stesso autore ha avuto modo di fare riferimento ai cantastorie in una intervista :” Tento di coniugare la tradizione orale italiana( il racconto popolare) con la narrativa. Immagino di dire al lettore “ adesso siediti che ti racconto una storia.”…la semplicitŕ dello stile aiuta”.
Il libro ha una veste innovativa, si accompagna infatti ad un bellissimo cd con le musiche dello spettacolo in tour per tutti i teatri d’Italia. La manifestazione teatrale non sostituisce in alcun modo la lettura del romanzo, un’operazione letteraria piena di segreti e magie quella di Carlotto, esattamente come le gesta dei suoi protagonisti.

Alessandra Anzivino

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