Dentro il buio – Cara Hunter



Cara Hunter
Dentro il buio
Piemme
Compralo su Compralo su Amazon

Sull’onda di un travolgente successo internazionale arriva in Italia il romanzo Dentro il buio (Piemme, pagine 390) di Cara Hunter, pseudonimo di una giovane scrittrice londinese che, giunta alla ribalta della letteratura gialla nel 2017, è già al quarto romanzo della serie che vede protagonista il suo personaggio, l’ispettore investigativo Adam Fawley.
Anche Dentro il buio, che in realtà è il secondo dei romanzi della serie di Hunter, è ambientato in una grande e vecchia casa vittoriana in una elegante stradina di Oxford (molto simile a quella dove vive e scrive la Hunter), in un quartiere che, come tanti altri, vive sugli antichi fasti e ora oggetti di rivalutazione immobiliare.
E’ durante dei lavori di ristrutturazione della casa che gli operai scoprono che, nel seminterrato adiacente, una ragazza, in stato di shock e denutrizione, è tenuta prigioniera insieme ad un bambino di circa due anni.
Il proprietario della casa è William Harper – professore, sino al 1998, presso l’università di Birmingham – rimasto vedovo per ben due volte, molto anziano e ormai reso quasi demente dall’alzheimer; lui, nelle confuse dichiarazioni rese, dichiara di non sapere nulla, di non scendere mai nello scantinato e di non conoscere la ragazza e il bambino.
Nessuno dei vicini, nella quiete del quartiere e da dietro le tendine delle loro finestre, ha mai notato nulla di strano né ricorda di avere mai visto quella ragazza o il bambino.
Nessuna denuncia di sparizione è ricollegabile alla ragazza che, peraltro, in preda allo shock, non parla con medici e poliziotti.
La vicenda si complica ulteriormente allorchè nel capanno del giardino del professore Harper viene scoperto il cadavere di Hannah Gardiner, una giornalista che viveva a pochi metri dalla casa ed è misteriosamente scomparsa due anni prima.
Chi è quella ragazza? Da quanto tempo era tenuta segregata? Il bambino è nato nel seminterrato a seguito di uno stupro? E dov’è finita la preziosa collezione di netsuke, piccolissime sculture giapponesi in avorio.
L’ispettore Adam Fawley e la sua squadra hanno di che sudare per cercare di capirci qualcosa nella intricata ed agghiacciante vicenda, per scoprire l’identità della ragazza e, soprattutto, per capire se il sequestro e l’omicidio di Hannah sono collegati tra loro oppure no.
E qui si evidenzia il pregio del romanzo: avere costruito una trama complessa in cui i pezzi, sino all’ultimo momento, si compongono e scompongono continuamente come in un caleidoscopio.
E un’indagine poliziesca condotta da un poliziotto, Fawley, pacato e carismatico, che, affiancato da una squadra che lavora in team e con grande professionalità, non concepisce nemmeno per ipotesi di non risolvere un caso a lui affidato a condizione, ovviamente, che…le carte del mazzo gli vengano distribuite nel modo giusto!
Nel quieto ritmo di un quartiere vittoriano, tra case polverose e un po’ decadute, in un’atmosfera retrò, la Hunter costruisce un’investigazione che, pur avvalendosi delle più moderne metodologie e tecniche, punta soprattutto su interrogatori, perquisizioni e ricerca di testimoni.
In un contesto moderno da CSI, l’autrice rivaluta le vecchie tecniche investigative e punta sul fattore umano degli investigatori di cui ci racconta pure, con mano leggera, ansie, timori professionali, preoccupazioni e tragedie familiari.
Interrogatori, sopralluoghi, referti della scientifica e articoli giornalistici sono poi inseriti, come documenti, nel contesto narrativo che viene fuori scorrevole, agile e piacevole da seguire; la Hunter, riesumando un escamotage ormai desueto, inserisce pure i disegni della scena del crimine!
L’indagine è veramente appassionante e tra colpi di scena e macabri ritrovamenti si muove con grande sicurezza e conoscenza delle tecniche investigative anche se, alla fine, sarà l’intuizione sulla psiche del colpevole che avrà la meglio.
Se la Hunter, come ha dichiarato in un’intervista, si è decisa a scrivere romanzi gialli perché i finali di quelli che leggeva le sembravano scontati e banali, siamo ben contenti per la sua scelta perché qui di scontato non c’è proprio nulla.

Giovanni Marcì

Potrebbero interessarti anche...