Donne che odiano i fiori



Paola Sironi
Donne che odiano i fiori
Todaro
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Elia Mastrosimone, grande capo, centrocampista e cannoniere
Vilnev Rosaspina, scritto proprio come si pronuncia, ala sinistra
Annalisa Consolati, terzino destro
Caterina Cederna, fantasista
Non sono i membri di una squadra di calcio, bensì gli elementi del team milanese “Desbrujà Rugne” ovvero il “Problem solving” della Questura di Milano, reparto ideato per dirimere le inchieste con problemi di organizzazione tra le forze dell’ordine. E infatti si trovano una bella “rogna da sbrogliare”: il suicidio di Loretta Mannarelli, unica testimone della morte di Damiano Brancher, stritolato da un anaconda, morta proprio la sera prima di poter rilasciare la sua dichiarazione. Due casi apparentemente semplici, ma collegati tra loro, uno di competenza di Milano, l’altro di Verbania ed ecco il perché approda sulle scrivanie della squadra di investigatori.
Sullo sfondo delle indagine che porteranno a scoprire la verità, e costringeranno la squadra a ragionare su quale sia il vero significato della parola giustizia, scorre la vita della vera protagonista della storia: Annalisa Consolati. Ispettore, gay, razionale e con un forte senso del dovere nei confronti del ruolo che ricopre, divide la sua vita a metà tra il lavoro e la famiglia con la quale vive, ossia il padre, vedovo, e la compagna Minerva. Patrizio Consolati, al quale è stata diagnosticata una parafrenia senile, vive nel suo mondo, fatto di storie e immaginazione. Basta fargli vedere un film e la sua mente lo porta a vivere in un’altra epoca, in un’altra città dove tutto a lui sembra reale, tanto da essere ormai sopranominato il continuatore di film. Persino lo psichiatra che l’ha in cura vorrebbe approfittare della situazione, chiedendogli di vedere un film, per poi sapere dalla mente del paziente come potrebbe appunto continuare. Minerva la saggia, invece, è il porto sicuro dove Annalisa approda a fine giornata, sempre pronta ad accoglierne lo sfogo dovuto alla frustrazione che prova quando le indagini sembrano non arrivare ad un punto di svolta. Minerva rappresenta la calma di cui Annalisa ha bisogno per poter elaborare gli indizi ed arrivare così a risolvere il caso. In un romanzo che si intitola Donne che odiano i fiori non poteva certo mancare un fiore come co-protagonista: la bellissima orchidea dracula simia, consiglio di cercarne l’immagine per poterne apprezzare la particolarità.
Paola Sironi, con il suo Donne che odiano i fiori ci regala una lettura piacevole, veloce e che ci mostra tutti i lati dell’animo femminile. Dietro il semplice sostantivo donna, ci sono vittime, carnefici, figlie, amanti, colleghe, e tra loro qualcuna disposta a sacrificare se stessa per salvarne altre.

Lucia Cristiano

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