Doppia identità – Brian Freeman



Brian Freeman
Doppia identità
Piemme
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Doppia Identità segna il ritorno del detective Jonathan Stride con una nuova indagine da affrontare. O, meglio, più di una. La storia inizia con un incidente d’auto provocato da un cervo e un cadavere. A prima vista solo un episodio sfortunato, non fosse per i documenti falsi trovati all’interno della vettura e per la pistola rinvenuta nel bagagliaio che risulta utilizzata di recente. Il giorno successivo, mentre cerca di dare un nome al morto, Stride si ritrova a dover fare i conti anche con la scomparsa di una stagista impegnata sul set di un film che si sta girando a Duluth. Non un film qualunque, ma la trasposizione cinematografica di un vecchio caso seguito dal detective. I due casi non sembrano collegati fra di loro, ma l’istinto di Stride (pur in assenza di connessioni evidenti) gli suggerisce il contrario.
Doppia identità è un romanzo costruito su trame e sottotrame intriganti e coinvolgenti. Un gioco d’incastri dove tensione narrativa, colpi di scena e false piste s’intrecciano alla perfezione. Anche quando la narrazione si deve districare fra presente e passato. Tutto ha una sua logica che viene svelata al lettore poco alla volta, pagina dopo pagina. I protagonisti (anche il cattivo di turno), il loro profilo psicologico, sono ben sviluppati e rappresentano uno dei punti di forza della storia. Così come la scrittura che, sebbene ricca di dettagli e descrizioni, non appesantisce mai la lettura e non concede sconti al ritmo e alla suspence. Il romanzo, nonostante la serialità del protagonista, si può leggere anche come stand-alone grazie alla bravura di Freeman che in ogni nuova avventura non tralascia mai di spiegare ai nuovi potenziali lettori la storia, il passato e il carattere del detective di Duluth e dei suoi compagni d’avventura. 

Ferdinando Pastori

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