Faccia a faccia con Cinzia Leone

Il cellophane avvolge e protegge, ma può anche nascondere e occultare, servire come scudo, come custodia da cui non ci vuole disfare e quello che richiama il titolo (Bompiani, pag. 199 euro 16,00) del romanzo di Cinzia Leone (Bompiani, pag. 199 euro 16,00) ha tutte queste funzioni legate agli oggetti, alle persone e ai sentimenti. “Cellophane”, vincitore del premio “Margherita Rosa 2014”, è una storia dura ma allo stesso tempo tenera nella quale l’elemento noir fa da collante a una trama in cui una donna ricerca e investiga sull’oscuro mondo dei traffici di rifiuti e sul ritrovamento di un dito umano in un sacchetto della spazzatura. Ambientato in Sicilia negli anni Ottanta il romanzo ruota intorno alla figura di Aurora, una donna rifiutata sin dalla nascita perchè venuta al mondo per sostituire la sorella Sofia annegata a undici anni ma che non le somiglierà per nulla. Aurora è una donna forte che indaga sulle vite degli altri, di persone che non conoscerà mai personalmente ma solo tramite ciò che gettano via, infatti le piace curiosare tra i rifiuti, dentro sacchetti di spazzatura abbandonati nei cassonetti fino a quando ritrova un dito mozzato e parte alla ricerca del suo proprietario.

Rifiuto” è una parola chiave nel tuo romanzo. Aurora è la prima a rifiutarsi?

La voce del verbo “rifiutare” è densa di significati, positivi e negativi. Aurora, la protagonista di “Cellophane” è una giovane donna con un passato di bambina non amata, dunque rifiutata dai suoi genitori, che l’hanno messa al mondo per risarcirsi dalla perdita della prima figlia inghiottita da un’onda, Aurora incapace di sostituire agli occhi dei genitori la figlia perduta, da bambina rifiutata si trasformerà in una donna dura, incapace di abbandonarsi ai sentimenti. Cercherà gli amori “sul continente” per sfuggire all’intimità della relazione. E coltiva un’ossessione segreta: conoscere gli altri attraverso i loro rifiuti.

Il mistero fa parte di tutta la trama. Misteriosa l’esistenza di Aurora, ma misteriosi anche i traffici di rifiuti?

Cellophane” è un noir ambientato a Messina, negli anni ’80. Proprio quando i rifiuti diventano un business che attrae il malaffare. I rifiuti oggi sono considerati l’“oro grigio”. Tutto è cominciato in quegli anni vorticosi che hanno trasformato l’Italia del boom in quella che conosciamo. Aurora è una giovane imprenditrice, ha ereditato un’azienda di disinfestazione e ogni giorno va a caccia di topi, blatte e parassiti. Un lavoro che ha a che fare con i rifiuti e con la pulizia, con il mondo misterioso e brulicante dei parassiti e delle nostre paure.

La scoperta di un dito umano in uno dei sacchetti dei rifiuti che la tua protagonista esplora per conoscere la vita degli altri fa partire un’indagine. Aurora si improvvisa detective?

Inizia come investigatrice dell’anima ma si rivelerà anche un’abile detective. Il macabro ritrovamento in uno dei sacchetti della spazzatura, un dito mozzato, la precipita in un traffico di rifiuti pericolosi nascosti in una discarica. Incontrerà uno strozzino, un pianista pazzo e Stavros, un affascinante imprenditore con molti anni più di lei, amico-nemico di suo padre, che per un istante le farà perdere la testa. Riuscirà a mettere uno contro l’altro i protagonisti del traffico di rifiuti uscendo illesa da una trama che le avrebbe distrutto la sua vita.

Il dito vuole simboleggiare anche la strada da seguire?

Per tutto il romanzo la protagonista si interroga sul perché non si è liberata subito del dito mozzato rituffandolo nel cassonetto insieme al sacchetto dei rifiuti in cui l’ha trovato o gettandolo in mare. Chiusa nel bozzolo della sua solitudine e addestrata da sempre a controllare le sue emozioni, Aurora è una ragazza curiosa. Travolta dal macabro ritrovamento, pensa solo ad andare a caccia dell’autore dell’efferata mutilazione. L’esplorazione dei sacchetti della spazzatura degli altri le ha insegnato a seguire le tracce…

Aurora potrebbe tornare in un altro romanzo? Hai mai pensato a un personaggio seriale?

Nelle mie storie a fumetti le protagoniste erano sempre due amiche: un’affascinante e spericolata bruna, Gilda, e una bionda grassottella e travolgente, Palcka. Le ho fatto vivere avventure ambientate nell’Impero Romano, nella Rivoluzione Francese, negli anni ’30 e ’60. Conosco la serialità è l’ho usata a fondo. Ma in letteratura preferisco uscire dalla della serialità e calarmi in personaggi ogni volta nuovi. Il protagonista del mio primo romanzo “Liberabile, sempre edito da Bompiani, era un uomo che avendo perduto moglie, casa, lavoro, si aggrappa a un’ossessione: visitare appartamenti in vendita. Scopre altre identita’ e attraversando molte case e molte vite, ricostruisce la sua. Le ossessioni possono salvare la vita. È così anche per la protagonista di Cellophane.

Cristina Marra

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