Giallo di sera a Ortona 2- I grandi ospiti. Gianluca Morozzi: che bello tornare alle presentazioni dal vivo!

Due weekend all’insegna del giallo noir, con con la partecipazione degli autori crime più noti del nostro Paese  e di volti noti dell tv.
A questo aggiungete una suggestiva piazzetta che domina il mare: ecco a voi Giallo di sera a Ortona, giunto alla seconda edizione, visto il grande successo dell’ anno precedente.
La manifestazione di terrà a Ortona (CH) in due weekend di luglio, 17/18/19 e 24/25/26.
MilanoNera vi accompagnerà con un appuntamento giornaliero a conoscere gli ospiti che interverranno.

Oggi  facciamo due chiacchiere con Gianluca Morozzi, poliedrico autore bolognese con la musica nel sangue che sarà a Giallo di Sera  a Ortona  sabato 18 luglio alle ore 19.30

 

Fra i tuoi libri, e oramai sono parecchi, ce n’è uno a cui sei particolarmente affezionato?
Togliendo “Despero”, che è il primo romanzo e il primo romanzo non si scorda mai, e “Blackout”, che è stato il primo successo, ne dico due: “L’era del porco”, sul versante comico, e “Cicatrici”, su quello noir. Ma sono affezionato anche a molti altri libri che magari sono passati un po’ sottotraccia.

La musica per te  ha sempre avuto  un ruolo importante. Che rapporto c’è tra i tuoi libri e la musica?
Ultimamente cerco di usarla un po’ meno, di tenerla in secondo piano, perché non vorrei ripetermi. Ma in effetti ho debuttato con un romanzo che parlava di un’immaginaria band bolognese, il mio quarto romanzo parlava dei fan di Bruce Springsteen, il mio terzo per Guanda è stato “L’Emilia o la dura legge della musica”, un altro romanzo si intitola “Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen”, io e Lerry Arabia abbiamo scritto insieme la biografia dei Gang prima e quella degli Skiantos poi… cos’altro? Ah. Sì: l’unico premio letterario che ho ottenuto (al di fuori dei fumetti) è stato per “Nato per rincorrere”, dedicato di nuovo a Bruce Springsteen… direi che un certo rapporto con la musica l’ho avuto.

Nel corso degli anni pensi che la tua scrittura sia in qualche modo cambiata?
Lo spero proprio. Se rileggo i miei primi romanzi ci trovo dei manierismi, delle metafore abusate, delle frasi fatte da dilettante. In “Despero” ritrovo tutte le letture dell’epoca, ci rivedo il capitolo alla Tondelli di “Altri libertini”, i passaggi alla De Carlo di “Due di due” ma “Despero” va bene così. Lo cambierei tutto ma non funzionerebbe. La sua forza è proprio quell’ingenuità tenera e punk tipica di chi non sa ancora scrivere ma lo vuole fare comunque. Proprio come certi gruppi punk del ‘77.

Tre libri che si dovrebbero assolutamente leggere e perché.
Nel campo giallo/noir: “La promessa”, perché è devastante, “Dieci piccoli indiani”, ovviamente, non devo neanche dire perché, “I milanesi ammazzano al sabato”, perché è perfetto in ogni singola parola.
Uscendo dal genere: “Trilogia della città di K” di Agota Kristof, “La confraternita dell’uva” di John Fante, “Un amore” di Dino Buzzati.
Tre romanzi che ho letto e che mi hanno fatto iniziare a scrivere: “La lunga marcia”, letto in versione Urania ai tempi della sua prima uscita, mi ha fatto dire: voglio scrivere come questo tal Richard Bachman, o come Stephen King. (Poi ho scoperto che Richard Bachman era Stephen King). “Alta fedeltà” di Nick Hornby, perché mi ha fatto pensare: ma se invece di copiare Stephen King senza alcun successo provassi a copiare questo divertente autore inglese? E infine “Bassotuba non c’è” di Paolo Nori, perché ho scoperto un modo nuovo di usare il ritmo, la punteggiatura, l’autobiografismo romanzato, l’umorismo, e ho trovato poco alla volta la mia strada. 

Bologna nei tuoi romanzi è sempre protagonista, è davvero una città noir?
Il grande Loriano Macchiavelli si era visto rifiutare “Le piste dell’attentato” per via dell’ambientazione bolognese: era una città troppo tranquilla, dicevano, per essere uno sfondo noir credibile. Poco dopo a Bologna ci sono stati i carri armati in piazza Verdi, la morte di Lorusso, la bomba alla stazione, un aereo militare caduto su una scuola, la banda della Uno Bianca… erano stati davvero lungimiranti, non c’è che dire, quelli che avevano rifiutato il primo romanzo di Macchiavelli!

Oltre che di libri e musica sei un appassionato tifoso del Bologna. Se potessi scegliere… il Bologna vince lo scudetto o sali sul palco per suonare con Springsteen?
L’ottavo scudetto del Bologna, senza dubbio! Sono un chitarrista così scarso che sul palco con Springsteen avrei paura di rovinargli la canzone.

Il tuo rapporto con cinema e TV, quale fra le tue storie ti piacerebbe vedere sul grande/piccolo schermo?
Finora è stato un rapporto molto limitato, nel senso che dopo “Blackout” (portato al cinema da Rigoberto Castaneda) ci sono state solo delle opzioni cadute nel vuoto.
Per me “Radiomorte” sarebbe un film perfetto e facile da fare, ha due ambientazioni, uno studio radiofonico e una casa di montagna.
“Anche il fuoco ha paura di me”, l’odissea di un sosia, si presterebbe bene al lungometraggio.
“Cicatrici” lo vedo come una serie tv in stile “Dark”. Anche Lo specchio nero, il mio doppio delitto in doppia camera chiusa con due storyline parallele (un personale omaggio a “Le tre bare” di John Dickson Carr), si presterebbe alla serialità.
Ah, dimenticavo: “Gli annientatori” sarebbe un piccolo horror condominiale interessante da vedere. Almeno, a me interesserebbe vederlo.

Come hai vissuto il periodo del lockdown? Sei riuscito e leggere e scrivere?
In lockdown ho finito due romanzi, che usciranno nei prossimi mesi. Ho scritto una grande quantità di racconti a richiesta, che sono usciti o usciranno. Ho letto tantissimo. E ho guardato tutta Star Trek. Se non guardi tutta Star Trek durante un lockdown, quando mai lo farai?
Ah, dimenticavo: ho scritto un racconto di Sherlock Holmes per un’antologia di apocrifi che uscirà dopo l’estate. È stata un’esperienza responsabilizzante ma divertentissima.

Giallo di sera a Ortona sarà uno dei primi eventi dopo la terribile primavera che abbiamo vissuto, ti emoziona in qualche modo il tornare davanti a un pubblico?
Ti rivelo una cosa: uno dei sogni che faccio più spesso è quello in cui inseguo un pallone su un campetto parrocchiale spelacchiato, cosa che non faccio da quasi vent’anni. Ma adesso è subentrato un sogno ricorrente, io che mi siedo, provo il microfono, sistemo il bicchiere d’acqua, guardo quante belle ragazze ci sono nel pubblico, se c’è qualcuno che sta dormendo sulla sedia… insomma, sto sognando di tornare alle presentazioni dal vivo. Nel 2020 ne ho fatta solo una, poco prima della quarantena: è proprio ora di ricominciare!

Mi racconti la cosa più buffa o strana che ti è successa a un festival o a una presentazione?
Forse la volta che un libraio ha presentato “L’era del porco” convinto che fosse un thriller alla Blackout, introducendolo al pubblico come un romanzo carico di tensione e di sangue (è un romanzo tragicomico, in realtà) e costringendomi poi a recuperare con fatica la situazione.
O quando hanno invitato vari scrittori a un festival di architettura per parlare dell’architettura della loro città nelle opere letterarie, e io ho scoperto un minuto prima di ricevere il microfono di essere stato scambiato per riminese, e che avrei dovuto quindi parlare dell’architettura di Rimini…
O quando ho guidato per trecento chilometri per andare al festival di Fahrenheit, sono stato definito “scrittore romagnolo”, ho fatto una battuta sul fatto che Bologna è in Emilia, ma la battuta è stata presa come una rivendicazione provocatoria e divisiva. Così mi hanno tolto la parola e sono tornato a casa senza più rivedere il microfono. Ho fatto seicento chilometri tra andata e ritorno per dire soltanto la non indimenticabile frase “In verità, io sarei emiliano”.
O quando ho presentato il mio terzo romanzo in un ospizio all’Argentario. O in un pub di Chioggia davanti a un addio al nubilato. O in un carcere in Sardegna.
O quando… beh, ho un vasto repertorio di aneddoti, diciamo!

MilanoNera ringrazia Gianluca Morozzi per la disponibilità.

L’appuntamento con Gianluca Morozzi  è per sabato 18 luglio alle ore 18.30 al Festival Giallo di Sera a Ortona, Chieti.
Non mancate!
Noi invece continuiamo con i nostri articoli sugli ospiti di Giallo di Sera e ci vediamo domani alle 16.00 con…..
Scopritelo domani!

 

Ferdinando Pastori

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