Giampaolo Simi – I giorni del giudizio



Giampaolo Simi
Giampaolo Simi
Sellerio
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Con I giorni del giudizio Giampaolo Simi scrive un romanzo che non fa sconti e che mette a nudo i limiti del nostro Paese
Un noir corale, “I giorni del giudizio” (Sellerio) di Giampaolo Simi; un libro che rappresenta una sfida; prendere per le corna il genere e ribaltarlo, mescolarlo, dare al romanzo letterarietà, nuova linfa soprattutto una vitalità derivata dai personaggi che ne sono protagonisti.
Siamo a Lucca, due omicidi scuotono la città e non solo. Si muovono tivù locali e nazionali per capire chi potrà mai avere assassinato Esther, la moglie di un imprenditore del Food, Daniel Bonarrigo conosciuto a livello internazionale e Jacopo Corti, giovane amante di lei. Tutto sembra indirizzarsi, almeno dagli indizi, all’anziano marito. In realtà sarà una storia articolata, complessa e soprattutto ricca di colpi di scena. Una storia vista da più angolazioni e in particolare dai componenti della giuria popolare chiamati a seguire (secondo Costituzione) il processo. Si snodano personaggi molto diversi tra loro in una situazione che alla lunga si rivelerà densa di piccole realtà parallele all’inchiesta che coinvolgeranno la vita e le abitudini degli stessi giurati. Ci sono Emma, una signora ricca di fascino non più giovane, comunque bella, titolare di un negozio di abbigliamento a Viareggio; Terenzio, pensionato che fatica ad accettare la propria condizione; Malcom, quarantenne e uomo del web; Serena, precaria sia dal punto di vista lavorativo sia per quanto attiene le proprie certezze personali; Ahmed, spagnolo, ma per tutti marocchino, che lavora come magazziniere in un grosso centro logistico e infine Iris, cinquantenne bibliotecaria, apparentemente dura ma tenera sotto la scorza.
La narrazione si svolge dal punto di vista dei giurati da un lato e da quello dei giudici dall’altro. Nasce una comunità chiusa all’interno del tribunale, una comunità specchio del Paese, che ne riproduce vizi (molti) e virtù (un po’ meno) e Simi compie un lavoro davvero poderoso per tenere insieme il tutto senza sfiancare il lettore (il romanzo è ben amalgamato e altrettanto ben costruito) e per tenere alta la tensione. Un’opera tentacolare, in cui tutti dubitano di tutti anche se la vita di comunità all’interno della struttura chiusa, fa sì che tra i vari protagonisti nasca a tratti un’intesa molto suggestiva. Ognuno ha le proprie debolezze e le proprie carenze affettive, tutti o quasi sono convinti della colpevolezza del vecchio Bonarrigo, ma nei noir come nella vita nulla è come appare e le storie a volte prendono strade impreviste. Simi gioca in casa, perché ha scelto ancora una volta la Toscana come epicentro ambientale della narrazione, ma in questo caso Lucca è lo specchio di un Paese che sembra avere perduto il meglio di sé. Ci sono i giovani che lasciano l’Italia, i ricatti della criminalità organizzata, le presunte storie d’amore che naufragano nelle sfere dell’impossibile e soprattutto quell’arte di arrangiarsi che sembra essere prerogativa di gran parte di tutti i protagonisti.
Un romanzo ricco e molto articolato, un noir che richiede attenzione e che induce alla riflessione, insomma, un libro che ha consentito a Simi di fare un ulteriore passo in avanti verso una narrativa che supera i generi e che ha la capacità di scandagliare non solo i protagonisti ma anche le attese e le aspettative del lettore.

Mauro Molinaroli

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