Il gioco del male



Angela Marsons
Il gioco del male
Newton Compton
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Ripartiamo da “Urla nel silenzio”, grande successo internazionale di Angela Marsons, in cui la protagonista, il sergente detective inglese Kim Stone, si trovava coinvolta in un misterioso cold case che la toccava anche personalmente e che veniva riaperto da nuovi assassinii. Kim Stone è un ispettore(ispettrice?) tutta d’un pezzo, appassionata di moto, credibile, dura, quasi crudele con se stessa, spesso asociale al punto di sembrare priva di sentimenti, ma un ottimo poliziotto anche se spesso si muove fuori dalle righe. Conosciamo già i suoi scheletri nell’armadio, il suo passato da incubo con la terribile morte a sei anni del suo gemello, causata da una madre schizofrenica, che le ha provocato la sindrome del sopravvissuto. Però se i suoi successivi affidamenti spesso poco felici e a diverse famiglie le hanno “regalato” sfiducia generale nelle persone, è un bel personaggio che crede nel suo lavoro e che vorrebbe garantire sempre giustizia per tutti.
Lavora nella Black Country, (l’area delle Midlands Occidentali inglesi, che comprende la parte nord e ovest di Birmingham e la parte sud ed est di Wolverhampton). Si butta a capofitto nelle indagini, pretende il massimo da se stessa e dalla sua squadra, che l’adora e che le concede di arroccarsi sulle sue posizioni. L’unica persona e collaboratore da cui si lascia avvicinare è il suo vice e collega Bryant.
Stavolta i delitti su cui indagare sono due. Il primo: la sorpresa e l’arresto di un pedofilo che, da quello che pareva un caso servito su un piatto d’argento e risolto si trasforma in un enigma ben più complesso e di difficile soluzione; il secondo: l’assassinio a coltellate, commesso per strada, di un bruto violentatore, libero sulla parola dopo anni di carcere, da parte della sua vittima. Ma perché la vittima, una giovane mite e tuttora in terapia psichiatrica, ha potuto mettere in atto l’agguato e l’omicidio con tanta efferata freddezza?
In questo suo secondo romanzo la Marsons, mette in secondo piano la trama gialla e costruisce un thriller psicologico che pone una serie di terribili e inquietanti interrogativi. Ci saranno altri omicidi che fanno pensare a un burattinaio, una persona spaventosamente intelligente ma dalla distorta personalità sociopatica, che inspiegabilmente, o almeno pare, manovra i fili delle sue marionette e avvelena tutto ciò che tocca. Questi delitti hanno qualcosa, o meglio forse qualcuno, in comune? Seguendo la buona regola dei thriller, Angela Marsons fa onnisciente il lettore, che sa ma non può indirizzare gli inquirenti sulla buona strada. Ciononostante Kim Stone che sente subito che qualcosa non quadra, intuisce la spaventosa forza di questo burattinaio, crede di sapere chi è ma non ha le prove o il modo per fermarlo.
L’unica possibilità per lei è mettersi in gioco di persona. Ma sarà un gioco molto pericoloso e dall’esito incerto.
C’è qualcosa in comune tra Kim e il criminale: le loro personalità, che si incontrano si valutano e in un certo senso si assomigliano, pur con reazioni diametralmente opposte, li costringono a un lunga e preliminare schermaglia prima dello scontro finale. L’ispettore Stone dovrà fare i conti con il passato, ammettere la propria psicologica debolezza che rischia di metterla all’angolo e vincerla.
A tutto gas per questa nuova avventura di Kim Stone, inseguendola nella sua corsa contro il tempo per fermare la manipolatrice mano criminale e chiudere anche i conti rimasti in sospeso del primo caso.
Ottimo ritmo narrativo e un’eccellente caratterizzazione anche psicologica di tutti i personaggi, con la “squadra” del detective Stone in crescita. Benvenuti i nuovi acquisti, quali David Hardwick, il direttore della struttura di ricupero degli ex carcerati, e il complessato cane Barney, che è riuscito a scalfire l’acciaio della corazza di Kim Stone. Appuntamento alla prossima.

 

 

 

 

Patrizia Debicke

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