Il giorno degli orchi



Divier Nelli
Il giorno degli orchi
Guanda
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Dalla penna di uno scrittore viareggino di 42 anni, l’età in cui chi scrive di solito dà il meglio di sé, è scaturito un noir insolito nel suo essere contemporaneamente romanzo e vita vera. La vicenda, infatti, pur non essendo ispirata ad alcun fatto realmente accaduto contiene i germi delle storie legate alla pericolosità della rete a cui ci hanno abituato i media negli ultimi anni. Storie finite inevitabilmente in tragedia.
Divier Nelli  è uno scrittore a tutto tondo con libri importanti alle spalle. Nel 2002 ha esordito con il romanzo La contessa (Passigli Editore) a cui sono seguiti nel 2004 Falso binario  (ancor Passigli) poi, nel 2009, Il lungo inganno scritto a quattro mani con Leonardo Gori (Hobby & Work), Amore dispari  del 2013 (Gallucci) e nel 2014 Coma (Gallucci).
Il Giorno degli orchi (Guanda) ha vsto la lucee l’anno scorso. Ma non sono solo i libri la specialità di questo autore. Molti suoi racconti sono apparsi su riviste e antologie, tra cui Drugs (Guanda), di cui è stato anche curatore.
Nel 2005 ha dato vita, assieme ad altri nove scrittori, a un laboratorio di scrittura all’interno della comunità di accoglienza del Ceis di Lucca, al termine del quale è stato pubblicato La vita addosso, 9 scrittori raccontano 9 vite estreme (Fernandel, 2006). Nel 2005, con Luca Crovi, Loriano Macchiavelli, Marco Vichi e Piero Pelù ha partecipato a R(e)esistere, iniziativa per commemorare le vittime dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema.
Dal 2011 dirige la sezione narrativa della casa editrice Rusconi Libri.
Il giorno degli orchi, che ha visto la luce l’anno corso,  è uno di quei romanzi che letteralmente risucchiano i lettori trasportandoli in un altro mondo, in un’alta vita. Il mondo è un paesino della provincia toscana. Quattro case, un bar, una piazza con un grande albero e la noia infinita di giornate sempre uguali. La vita è quella di un gruppo di adolescenti che hanno come leader una ragazzina di sedici anni, Aurora, bellissima e sfrontata, intelligente e cattiva.
Difficile parlare della trama di questo romanzo senza fare spoiler. L’intreccio, semplice e lineare ma per nulla banale e scontato, è un tappeto su cui i fatti si rincorrono e si accavallano sempre più veloci lasciando presagire la tragedia finale.
L’argomento è quanto di più attuale si possa immaginare e riguarda l’uso dissennato, rapace e ricattatorio che gli adolescenti cresciuti a pane e computer fanno dei loro smartphone e della rete. E non si può dire di più per non togliere ai lettori il piacere e l’angoscia di scoprire cosa si potrebbe nascondere dietro il volto angelico de loro figli, ma anche e soprattutto dietro l‘aspetto “tanto perbene”, la gentilezza, l’affabilità del vicino di panerottolo, del commercialista che tiene la contabilità dell’azienda di famiglia, dell’architetto che restaura il rustico.
Gli orchi del titolo hanno due facce. Da un lato i ragazzi che si lanciano in giochi pericolosi, complice l’anonimato che credono  sia loro garantito dalla rete; dall’altro gli adulti viziosi che li assecondano finché non si ritrovano invischiati in una tela di ragno appiccicosa e senza varchi.
Sono vittime e, insieme, carnefici sia gli uni sia gli altri, ma non combattono ad armi pari.
Doloroso e inquietante, Il giorno degli orchi narra una storia che tutti i genitori di figli adolescenti dovrebbero leggere. E pazienza se la lettura dovesse togliere il sonno a qualcuno. Perché gli spunti su cui la vicenda si basa pur essendo sostanzialmente scaturita dalla fantasia dell’autore, provengono dalle cronache  tutti i giorni e sono più frequenti di quanto non si creda.
Cronache con epiloghi tragici, ovviamente.
Ma il romanzo, a tratti molto crudo, non vuole essere un manuale per genitori distratti. O almeno, non soltanto. In realtà, l’autore ha voluto raccontare in forma di noir una vicenda che cattura fin dall’incipit.
Le imprese della bellissima Aurora e dei sui amici, raccontate con uno stile asciutto, semplice, lineare, senza alcun tentativo da parte dell’autore di fare della psicologia da talk show, non consentono di chiudere il libro fino all’ultima pagina.

 

Adele Marini

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