I grandi ospiti del NebbiaGialla : Piergiorgio Pulixi e Lo stupore della notte

Manca poco ormai: Il NebbiaGialla Suzzara Noir Festival sta tornando e MilanoNera proporrà ogni giorno recensioni e interviste agli ospiti della 13 edizione che si terrà a Suzzara (Mn) dal 1 al 3 febbraio 2019.  Gli ospiti di questa tredicesima edizione saranno 30 di cui 6 stranieri. Tra loro Piergiorgio Pulixi
Riproponiamo l’intervista pubblicata in occasione dell’uscita di Lo stupore della notte

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51DwaCewDsLCiao Piergiorgio,
Lo stupore della notte…difficile non canticchiare il tuo titolo.
Come lo hai scelto?
Come spesso accade nell’editoria, il titolo è stato cambiato rispetto all’originale. Il precedente era un buon titolo ma non coglieva tutta la suggestione che il romanzo vuole suscitare: quella bellezza quasi paralizzante che sprigiona Milano dopo il tramonto. Michele Rossi, il direttore editoriale di Rizzoli, ha suggerito questo verso e ho capito immediatamente che racchiudeva tutte le emozioni che volevo trasmettere.

Lo stupore della notte spalancata su una…. Milano nerissima. Col libro proponi un tour virtuale delle sue diverse anime, dai sobborghi degradati alle terrazze degli aperitivi chic. Un’ambientazione che si fa protagonista…
Senza dubbio Milano è la vera protagonista della storia. È una Milano post Expo, capitale della moda, della cultura, della finanza, del design, ma anche capitale del crimine. Una metropoli affascinante e tentacolare dove si ha la sensazione che tutto sia possibile, che i tuoi sogni, qui, si possano realizzare. Era la città perfetta per fare da sfondo alla storia che volevo raccontare.

Definisci Milano “ una città calda”, lo è anche dal punto di vista letterario?
Se intendi con queste parole il fatto che sia una città piuttosto popolare tra le ambientazioni dei romanzi noir, probabilmente ti direi di sì. L’ambientazione metropolitana e il racconto della solitudine delle metropoli è un topos letterario del noir, e Milano, in Italia, è la vera metropoli europea proiettata verso il futuro. È una città scissa da contraddizioni violente: benessere diffuso vs degrado di alcune periferie, tante possibilità di impiego vs alienazione e inconsistenza sociale. È naturale che sia “saccheggiata” dagli autori noir, perché di per sé questa città diventa comprimaria di qualsiasi storia diventando parte del tessuto narrativo. A me interessava fotografare questo preciso momento storico della città che è in continua evoluzione e trasformazione.

Perché questa storia necessitava una donna come protagonista?
Per diverse ragioni. Un po’ perché il noir e la letteratura di genere sono sempre stati massicciamente appannaggio di protagonisti maschili e i ruoli delle donne erano quasi sempre di contorno. Un po’ perché la questura di Milano ha tra le più alte percentuali di dirigenti donne ai vertici delle Sezioni investigative e quindi era giusto riflettere questa realtà. Inoltre raccontare la psicologia è sempre una sfida per un autore uomo: è la sfida, andare contro le consuetudini è ciò che cerco sempre in questo mestiere per migliorarmi e per allargare i miei orizzonti narrativi.

Mi pare comunque un romanzo tutto di donne forti dure e determinate, decise, paradossalmente anche nelle loro fragilità.
Lo è. Rosa Lopez è una donna dal carattere forte, impetuoso; è molto determinata e preparata professionalmente ma al tempo stesso nasconde tante fragilità, tante incrinature della sua anima logorata da sensi di colpa e da un segreto che la rende schiava di… sto dicendo troppo.

L’amore rende più forti o più fragili?
Fragili, senza dubbio.

35302287_10216368480070530_712222409377185792_nAncora una volta hai per protagonisti poliziotti, come mai li scegli così spesso come figure portanti dei tuoi libri? Credi che siano quelli che più devono lottare per non oltrepassare limiti etici e morali, quelli che devono fare i conti tra giustizia e legge? Quelli che più di tutti faticano a scindere lavoro e vita privata?
Sicuramente tutto ciò che hai indicato, però ciò che mi affascina – e ciò che sto portando avanti da anni – è un’esplorazione del contatto e del rapporto ravvicinato tra l’essere umano e il male (inteso come contenitore di violenza, perversione, corruzione e malvagità). Le persone più esposte al male sono i poliziotti e il mio focus tematico solitamente è analizzare dal punto di vista psicologico questo passo a due tra il poliziotto/a e il male che deve combattere. Quanto di quest’ultimo gli rimane appiccicato addosso o addirittura dentro di lui/lei? Come questo lo/la cambia e muta la direzione della sua bussola morale, andando a condizionare la sua vita privata e sentimentale? Sono tali domande che mi spingono a raccontare le vite di queste persone.

Siamo di fronte a un nuovo tipo di crociata? E la disillusione è davvero una delle molle principali?
Più che la disillusione, direi l’inconsistenza sociale: il galleggiare in una dimensione di rigetto di una cultura originaria che ha fallito, e di odio verso una società di appartenenza (quella in cui si è nati) che non riconosce queste persone se non come potenziali nemici, relegandole ai margini. Ed è ai margini che lievita il disagio, assumendo contorni sempre più violenti. Disillusione, mancata integrazione, razzismo, sfruttamento. Credo che siano queste le molle principali.

Il Lovers Hotel, qui siamo all’autocitazione 🙂
Sia Massimo che io eravamo convinti che il Lovers (la metafora letteraria dei black sites) necessitasse di più approfondimento: la storia che avevo in mente ben si attagliava al racconto del Lovers; è una storia totalmente diversa rispetto all’audioserie con pochissimi punti di comunanza che in qualche modo, però, ruota attorno a questo strano albergo fantasma.

Scrivere questa storia e per noi leggerla, può essere un modo per esorcizzare la paura?
Direi proprio di sì. Il romanzo è una storia sulla paura; sul business della paura. Su come la paura stia cambiando e abbia già cambiato le nostre vite.

Milano può essere specchio di tutto l’occidente, o ogni paese è diverso ?
Dal mio punto di vista ti direi che ogni paese è diverso, ma nell’iconografia di Daesh, Milano è rappresentativa dell’apostasia dell’Occidente; per loro Milano è simile a Londra, Parigi, Berlino, Madrid e così via. Sono tutti simboli di un modo di concepire la vita che loro abiurano.

La nostra descrizione attraverso gli occhi degli immigrati, con chi hai parlato? Sono spietate…
La rivoluzione del noir e dell’hard-boiled è stata affermare che i mostri in natura non esistono ma è la società stessa a generarli. Non acquisti molta popolarità a dirlo, ma l’Occidente ha parecchie colpe al riguardo; le nostre mani, anche se inconsapevolmente e non intenzionalmente, sono sporche di sangue. La violenza genera violenza. Guardare attraverso gli occhi di queste persone mi ha reso edotto del fatto che l’Occidente non è di certo innocente e mai lo è stato, purtroppo.

Verosimiglianza e fiction, come si ottiene l’equilibrio?
Partendo dal presupposto che si sta scrivendo un romanzo di intrattenimento, che deve portare il lettore per qualche ora in un luogo lontano dalle ansie della quotidianità; un luogo speciale e magico dove c’è soltanto lui/lei e la storia. Se a un altissimo livello di coinvolgimento e intrattenimento si può coniugare una lettura della cronaca e della realtà senza che questo vada a inficiare lo svago del lettore, perché no? All’equilibrio ci si arriva con un po’ di esperienza e con un confronto costante con librai e lettori.

Come hai lavorato sulla scrittura?
Tendo sempre ad adattare lo stile letterario in funzione della storia che voglio raccontare. Questo è un romanzo teso, veloce, dal ritmo adrenalinico che al contempo ha dei momenti più pacati e intimisti: ho cercato una scrittura veloce senza perdere però di profondità. Simenon, da questo punto di vista, è sempre un punto di riferimento: è stato un autore che aveva ben in mente l’equilibrio tra trama e scrittura; il suo fraseggio era elegante, ritmato e nella sua concretezza, nel suo lavorare “per sottrazione” arrivava a incidere l’animo sia dei personaggi che dei lettori. Ho cercato, nel mio piccolo, di seguire l’esempio di questo immenso maestro.

I poliziotti non dicono mai addio… Rosa Lopez tornerà?
Il destino dei personaggi è sempre in mano ai lettori. Se il romanzo avrà successo, chissà…

Un gioco ora con il testo della canzone Lo stupore della notte : Se telefonando io potessi….
Finisci la frase.
Salvarti.

Grazie Piergiorgio, non so come spiegarti che la nostra intervista appena nata è già finita…
ma l’appuntamento è al Suzzara Noir Festival – 1/3 febbraio 2019 ,Suzzara (Mn)

Cristina Aicardi

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