Il guerriero del mare



Giulio Castelli
Il guerriero del mare
Newton Compton
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Torna Giulio Castelli e, con grande e accurata conoscenza della storia ci regala una avvincente e  avventurosa ricostruzione romanzata della vita e delle azioni di Gaio Lutazio Catulo, personaggio realmente vissuto, eletto console romano nel 242 a.C. Una storia vera con a far da attori una pletora di personaggi storici realmente esistiti quali  Marco Atilio Regolo, Curio Dentato, Cecilio Metello, Amilcare e Aderbale Barca.                                                         Gaio Lutazio Catulo, ha appena tredici anni quando si trova a dover affrontare il suo destino. Silio Lutazio Cetere, suo padre, uomo di animo generoso, era un valoroso esponente di una famiglia romana, nobile ma non ricca. La sua generosità gli metterà contro Claudio Russo, esponente della potente famiglia dei Claudi. Privato del rango di cavaliere, la sua breve esistenza verrà spezzata durante la guerra tarantina, a Heraclea, ucciso da uno degli elefanti di Pirro, bestioni mai visti dai romani che li credevano buoi lucani. Gaio, il primogenito, benché ancora minorenne, si assume l’onere di riportare in patria le ceneri del genitore ma verrà rapito dai pirati, portato a Cartagine, massima città del Mediterraneo, e là in veste di ostaggio sarà ospite di Annibale Ittibalide e suo figlio Amilcare della potente famiglia dei Barca, destinati in futuro a diventare suoi nemici.                                                                                                    Roma è una città-stato ancora arcaica con gli abitanti fieri e pronti a immolarsi per difendere la Repubblica. Ma ci sono forti differenze tra patrizi e plebei e  avvengono spesso soprusi o vere e proprie ingiustizie. Gaio Lutazio Catulo, nonostante la sua appartenenza al patriziato, non fa parte dell’elite capitolina e come tutti i giovani del suo rango, appena tornato a Roma entra presto nell’esercito dove si distingue come valoroso soldato e riesce a farsi notare dai vertici militari. Ma come il padre si scontra    con alcuni membri della famiglia Claudia, nonostante il suo costante rapporto di frequentazione e amicizia con il decano, il celebre Appio Cluadio il cieco, grande e magnanimo condottiero romano. Contemporaneamente, secondo gli usi in vigore, si sposa e diventa padre, anche se il matrimonio combinato non gli regalerà mai vero    amore. Lui e la moglie vivranno presto separati e la sua vita affettiva si destreggerà tra alti e bassi sentimentali, seguiti da aspre delusioni con solo il felice ricordo della dolce Galatea, una giovane egiziana conosciuta durante il viaggio di ritorno da Cartagine, un amore platonico interrotto dalla lontananza.
Ma il primo terribile conflitto romano con Cartagine è alla porte. Gaio Lutazio primo tribuno, poi  cavaliere, diventerà edile curule e infine console e, nonostante i tanti personaggi al potere interessati solo al proprio tornaconto, continuerà a impegnarsi personalmente in prima linea. Saranno battaglie difficili, contrassegnate all’inizio dalle sconfitte dovute all’inesperienza e alla pochezza della flotta romana, fino al sanguinoso scontro nautico del 10 marzo del 241 che, proprio con Gaio Lutazio Catulo al comando, vide la vittoria sui cartaginesi alle Isole Egadi e la felice conclusione della prima Guerra Punica. La più imponente battaglia navale per numero di partecipanti, circa 200 mila, tra i Romani di Gaio Lutazio e i Cartaginesi, capeggiati da Annone, che sancì la supremazia di Roma su Cartagine  e in un certo senso decise le sorti del mondo di allora e dei secoli a venire. Da quel momento in poi, infatti, Roma intraprese la conquista del Mediterraneo.                                                                                  Dopo la sua esaltante vittoria, Gaio Lutazio Catulo fu acclamato col trionfo entro le mura di Roma ed entrò nella storia. Il suo successo sarà  celebrato dal primo poema delle letteratura latina, il dramma recitato in teatro, l’opera di Livio Andronico.
Ciò che apprezzo di più  in Giulio Castelli è la sua straordinaria capacità di far rivivere la storia, quella di tutti i giorni, ma anche le tradizioni, le istituzioni, la religione, le usanze e i legami dei romani. Come, con altrettanta bravura riesce a inquadrare i brogli e a descrivere con lucida precisione come dovevano essere gli scontri in senato e come si tessevano gli accordi e gli inganni per assumerne il controllo.

Patrizia Debicke

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