Gulasch di cervo – Caccia al tesoro nel cuore della Baviera



Lisa Graf, Ottmar Neuburger
Gulasch di cervo
Emons
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Gulasch di cervo – Caccia al tesoro nel cuore della Baviera
Ah, il tesoro…
Da che ricordo, ho sempre avuto la passione per la caccia al tesoro. Negli anni ne ho vinta qualcuna, ma quella che più mi è rimasta impressa è stata quando avevo circa sette anni. Dopo un pomeriggio passato a risolvere indizi, raccogliere oggetti e correre ai quattro angoli del quartiere riuscii a essere il primo ad allungare le zampe su una montagna di caramelle. Ovviamente festeggiai con un’abbuffata di zuccheri con conseguente indigestione che mi fece passare una brutta notte. Crescendo, la passione per la ricerca mi è rimasta nel sangue, forse è questo il motivo per cui sono un lettore vorace di storie crime.
Ogni volta voglio trovare il colpevole prima che l’autore lo sveli, ma sento anche la necessità di vedere il mondo da un altro punto di vista, conoscere vite e imprese – reali o meno – che mi liberino dai miei limiti e mi facciano riflettere. Però non riesco a riposare sugli allori della fine lettura, questo atteggiamento non è dovuto al ricordo del più brutto mal di pancia dell’infanzia, ma perché mi sento come il Candido di Voltaire. Non riesco a coltivare le mie quattro certezze dentro un orto ancora più piccolo, sento sempre il bisogno di continuare a confrontarmi e crescere. Come Lessing preferisco la mano sinistra, quella della perenne ricerca della verità con tutti i pericoli e le delusioni che questa mania comporta.
Ciò che mi ha spinto a leggere Gulasch di cervo di Graf & Neuburger è stata la curiosità di vedere come andava a finire la caccia al più grande tesoro nazista. Da settant’anni a questa parte in molti hanno messo assieme una trama per ritrovare il solito treno carico di gioielli, lingotti e opere d’arte, abbandonato in fretta e furia in qualche galleria dimenticata, ma in questo romanzo la posta è più alta.
Ljuba, Viktor e Marjana non cercano qualche vagone ma il capolinea a cui erano destinate tutte le ricchezze derubate durante la seconda guerra mondiale, un luogo segreto tra le montagne al confine tra Austria e Germania. Ai tre ucraini non manca la voglia di diventare ricchi, ma il recupero costa molto più delle possibilità economiche a loro disposizione, così decidono di accettare un lavoro dal padrino mafioso di Kiev per contribuire al traffico di banconote false ma, soprattutto, trovare i fondi necessari per compiere l’impresa eccezionale.
Gulasch di cervo è un libro ironico, dalla sua ha parecchie situazioni capaci di strappare un sorriso e riesce ad appassionare il lettore nella soluzione del giallo incrociando diversi piani temporali: il racconto della fuga dalla prigionia tedesca, le indagini per un omicidio inconsueto ad alta quota, il viaggio e i preparativi che i protagonisti effettuano alla ricerca della favolosa fortuna. Pur mantenendo un tono lieve, la narrazione passa attraverso i momenti più bui del Novecento senza mai scadere nel didascalico o in ricostruzioni storiche al limite della fantascienza.

Mirko Giacchetti

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