Hanno tutti ragione



paolo sorrentino
Hanno tutti ragione
feltrinelli
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È un bel tipo Tony Pagoda. Cantante melodico che a Napoli ha saputo crearsi un seguito più che dignitoso. Il suo universo arriva in genere fino a Capri, ma qualche volta ci scappa il mondo intero.
E insomma, le soddisfazioni non mancano. Il grano entra nelle tasche, la cocaina nel naso, lui invece esce da infiniti letti caldi di odori e sapori femminei. È sposato Tony Pagoda, ma che c’entra.

Se tradiscono i postali e i ragionieri, figuriamoci gli artisti del canto tutto sole-cuore-amore. Ma il suo più grande talento non è tanto quello del saper cantare dietro un microfono, quanto quello di essere un’autentica spugna. Assorbe tutto Tony. Da persone e situazioni. Perché sa che in futuro potrà cadere. Ma vorrà cadere in piedi.

E così è. Perché un giorno le cose prendono un circolo un po’ diverso. Muta l’Italia post ’70. E lui sente che per sopravvivere alla tempesta dei tempi deve andaresene. Anzi, proprio fuggire. E se il Brasile gli concede l’asilo della calma e il piacere di giornate più umane perché restarci solo lo stretto giro di una tournee? E per quasi 20 anni Tony Pagoda se ne resta in terra carioca, tra Rio de Janeiro e Manaus. Poi torna. L’Italia è di nuovo cambiata. Lui è più o meno quello di sempre. Certo, con vent’anni di più. Ma accetta il gioco: vediamo cosa è capace di riservarci ancora la vita.

Hanno tutti ragione è l’opera prima in narrativa di Paolo Sorrentino, l’eccellente cineasta che ha firmato, tra l’altro, grandi film come Le conseguenze dell’amore e il celebrato Il divo.

Una storia impressionante per la disciplina stilistica che l’intero racconto rispetta. Personaggi tagliati psicologicamente con maestria, situazioni paradossali alimentate con quel puro realismo da ealtarne la comicità, relazioni intime e sociali curate o evaporate sotto la spinta di un’energia esistenziale capace di tracimare tutto e tutti. Un fior di romazno. Senza una parola fuori posto. Scritto, come l’autore stesso ha affermato, nelle ore libere tra un impegno e l’altro.
Alla faccia, ci sarebbe da commentare. La sua. Quella di un artista coi fiocchi.

corrado ori tanzi

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