I delitti della medusa



Giulio Leoni
I delitti della medusa
Mondadori
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Firenze, 1300. Una notte di metà luglio viene commesso un brutale omicidio. La vittima si scopre essere Vana Del Moggio, cantrice  e donna bellissima. Il corpo viene ritrovato decapitato e appeso con le braccia aperte. La società fiorentina è sotto shock  e iniziano subito le indagini.
A svolgerle è il priore, ovvero Dante Alighieri, che si ritrova a seguire passo  passo gli ultimi spostamenti di Vanna. Scopre così che la sera prima di morire era stata ospite insieme al suo compagno, il cantore Casella, a una cena a casa di Guido Cavalcanti.
Tutti gli ospiti della serata appartengono al gruppo Dei fedeli di cui faceva parte anche Dante Alighieri, prima di interessarsi di politica e prendere le distanze da tutti, anche da Cavalcanti con il quale un tempo si dilettava a organizzare duelli a colpi di versi.
Dante deve indagare sulle vite dei suoi vecchi amici, affrontandoli uno alla volta e facendo così affiorare vecchie nostalgie che dovrà cercare di mettere da parte per trovare il colpevole.
In questo romanzo di Giulio Leoni, primo di una trilogia, l’autore descrive un Dante Alighieri diverso da come lo abbiamo conosciuto sui banchi di scuola; una persona permalosa che non accetta che si metta in dubbio la sua supremazia poetica, con frequenti  scatti di rabbia, amante delle donne e delle sfide letterarie, completamente l’opposto del  discreto e austero poeta che si ergeva a giudice assegnando posti in paradiso, in purgatorio o all’inferno.
Con la sua ambientazione medievale  I delitti della medusa rientra nel genere giallo storico.
La trama e la storia sono ben sviluppate su una linea temporale lineare senza flashback o salti temporali.
Le indagini sono descritte in modo semplice, coinvolgendo il lettore come se Dante Alighieri stesse cercando il suo aiuto  per riuscire a decifrare i vari indizi e risolvere il caso.
Gli ambienti sono descritti minuziosamente dando la sensazione di essere trasportati nello spazio e nel tempo, per ritrovarsi  a camminare nelle vie della Firenze del 1300, toccando con mano i muri di pietra degli edifici. Non si può dire lo stesso dei personaggi la cui descrizione è solo astratta, legata quindi esclusivamente  ai sentimenti, ai pensieri e  alle emozioni.
Unico neo riscontrato è la scelta di un linguaggio un po’ aulico , che se da un lato aiuta a immedesimarsi nel periodo storico, dall’altro rende la lettura molto lenta e faticosa  col rischio di non invogliare alla  lettura dei volumi successivi

 

Micol Borzatta

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