I misteri del circo Trepidini



Chiara Lorenzoni
I misteri del circo Trepidini
Pelledoca Editore
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Pelledoca è un editore per ragazzi nato nel 2017 che si dedica solo al genere poliziesco e mistery, miscelando segreti, intrighi, crimini, indagini, paura, all’insegna dell’avventura. Nel prologo del racconto la quindicenne Martina, in una notte senza luna, fugge con una piccola cosa preziosa e una mano ferita che lascia tracce rosse per terra come le briciole di Pollicino. Fugge da un luogo che agli occhi dei bambini è pieno di misteri e di meraviglie, di esseri dotati di abilità speciali o addirittura sovrannaturali, che possono divertirti ma anche spaventarti. Come il circo del sadico lanciatore di coltelli Goffredo Trepidini con il suo corteggio di personaggi fuori dal comune: la moglie Ulderica abile funambola e contorsionista, il forzuto Alonso, la veggente Sibilla, Victorius, acrobata, clandestino, un minore non accompagnato e ricattato. Poi c’è Giulietta, fragile e coraggiosa, che ha dodici anni e ne aveva sette quando la sorella scomparve. I due ragazzi sono vittime della coppia Trepidini: lei deve sostituire Ulderica, fisicamente declinante, in pericolosi esercizi sulla fune senza rete o come bersaglio per il lancio di coltelli; lui è costretto a giochi mortali come liberarsi dai legami nella Vasca della Morte. Una serie di furti nelle gioiellerie di cui sono sospettati anche i ragazzi dà una svolta alla vicenda. I lettori, come i due giovani protagonisti, sono messi davanti a una serie di indizi che ad un adulto possono sembrare semplici o ingenui, ma non per un bambino alle sue prime esperienze di lettura del genere per un interessante apprendistato in cui è sfidato a mettere in ordine i segni e collegarli, seguire le tracce, individuare una pista e verificarla anche con l’azione diretta e avventurosa, come rischiose intrusioni alla ricerca di prove concrete. Tutto si tiene: la fuga di Martina, i misteri di Goffredo e Ulderica, i segreti di Sibilla e Alonso, i sogni di Giulietta e Victorius. L’autore pone la narrazione ad altezza di occhi di bambino: chiara e comprensibile, ma non senza uno sforzo di intuito e immaginazione, con continui ribaltamenti di prospettiva che fanno dubitare di tutto e tutti. E con lieto fine.

 

Fernando Rotondo

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