I racconti del workshop NebbiaGialla – Onelia Maccari

Cominciamo oggi a pubblicare i racconti realizzati durante il workshop di Adele Marini alla quinta edizione del festival NebbiaGialla.
I racconti scritti partendo dai due incipit: La fuga e Giochi pericolosi, creati appositamente per il workshop che si è tenuto presso la biblioteca civica di Suzzara nell’ambito del 5° NebbiaGialla Noir Festival. I partecipanti li hanno elaborati in soli 45 minuti di tempo e l’ordine di pubblicazione dipende esclusivamente dalla data di arrivo dei testi alla nostra redazione e non da un giudizio di merito, essendo stati giudicati tuttii di ottimo livello.

Racconto di Onelia Maccari

La fuga

Terminò di leggere l’articolo in preda a un’incontenibile agitazione. Chi se lo sarebbe potuto aspettare da una signora dall’aria così per bene? Bella, bionda, giovane, ricca… Un bel giorno aveva piantato casa e marito ed era sparita nel nulla.

Studiò la fotografia. “Non ci si può fidare delle impressioni”, pensò non senza una bella dose di ironia. “Sicuro come l’oro che parenti, amici e vicini di casa saranno pronti a giurare davanti ai microfoni dei giornalisti che non era tipo da colpi di testa. Che era una persona tranquilla, tutta casa, marito e chiesa.”

Ma sapeva che le stesse persone, e su questo avrebbe scommesso qualsiasi cosa, mentre giuravano avrebbero pensato l’esatto contrario. “Oh sì che era il tipo, altrochè! Con quella faccia da santarellina, questo e altro…”

Sorrise al pensiero. Sapeva che basta tirare i fili giusti e alla fine il peggio delle persone viene alla luce.

Aria di libertà-aria di luoghi nuovi, nella mente della fuggitiva. Oppure un bel rapimento nell’istante in cui usciva dal supermercato e si accingeva a caricare la spesa di una settimana, sulla sua Ka.

Troppo scontato, troppo facile.

E se si fosse stufata della routine quotidiana? Se fosse partita verso lidi diversi? Se avesse preso un treno e si fosse diretta verso una località indefinita, più lontano possibile da quella città, che l’aveva vista crescere. Le ombre della notte, fuggivano veloci e inseguivano la sua cocciuta paura della solitudine, e il fischio si faceva acuto e vibrava nel silenzio circostante. Fantasia precoce.

Il marito cenava tranquillo. Si era liberato della moglie e sogghignava seduto al tavolo della libertà. Lei era stata pugnalata all’addome e sepolta in mezzo ad un lago, calata in una cassa a tenuta stagna, un peso legato ai piedi, era finita in una bolla di sapone, dopo anni di lotte intestine e di litigi colmi di rancore.,?

Omicidio colposo? E di chi? Con quali prove? Lui era pulito come un angioletto. Il mistero era chiuso nel pugno di polvere che circondava la carrozzeria della sua auto, parcheggiata nel viale davanti alla casetta dove viveva. Un vialetto ghiaiato di recente pulitura, nessuna impronta, lasciata dalle gomme,

Lui era innocente, una persona per bene e pacifica. Elegante nella tenuta classica sportiva, pieno di vita e progetti futuri, il domani si presentava limpido e chiaro nella sua mente malata. Oggetto di discussioni e di dibattiti dei giorni presenti e futuri per i mass media.

Intanto lei urlava ancora, ormai senza più voce, mentre il sangue si coagulava sui suoi vestiti e continuava ad uscire dalla ferita profonda infertale sotto lo stomaco. L’aiuto non sarebbe arrivato, ed era stata tradita dalla sua buona fede verso il prossimo, non credeva nell’inferno in cui vivevano tante persone, era sempre stata ottimista. “Se io non faccio del male, riceverò del bene”.

Lo credeva fermamente. Lo aveva creduto. In quel momento non sapeva cosa pensare, le lacrime avevano inondato il suo bel volto e bagnato i capelli biondi come il grano, era al capolinea, e avrebbe voluto fare ancora tante cose, la volontà del suo coraggio non era bastata a salvarla.

Si spegnevano le ultime luci sul lago e il sole arrossava l’orizzonte carico di colori e testimone involontario del destino di quella donna sconosciuta.

Era sparita e nessuno l’avrebbe ritrovata. Avrebbero capito la verità? Forse…

L’acqua rigetta a riva ciò che ingoia, sia salata che dolce, il tempo avrebbe riportato a galla la sua carcassa oramai sfiorita e solo fatta di ossa.

L’autrice
Onelia Maccari è scrittrice per ragazzi e pittrice naïve. Vive a Bondanello- Moglia (Mantova).

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