I Racconti delle tenebre (a cura di Fabio Genovesi)



AA.VV
I Racconti delle tenebre (a cura di Fabio Genovesi)
Einaudi
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Devo premettere che mi sono accostata a questo volume con una certa soggezione, in realtà non amo i racconti horror, i cosiddetti ‘racconti di paura’, e pur riconoscendo il genio di Edgar Allan Poe, preferisco di gran lunga i racconti di Dupin rispetto al Pozzo e il pendolo o a La maschera della morte rossa.
Tuttavia questa raccolta curata da Fabio Genovesi è stata una piacevole sorpresa che mi sento di consigliare a tutti coloro che amano i racconti misteriosi e intriganti e non solo agli appassionati di horror. Il curatore ha raccolto diciassette racconti di autori ottocenteschi che trattano di fantasmi, vampiri e spiriti del male, ma senza mettere su una boutique dell’orrore. Gli autori annoverano maestri del genere come Poe, Bram Stoker e Lovecraft, ma anche sconosciuti come Gwendolyn Ranger Wormser, di cui non abbiamo quasi nessuna notizia.
La parte del leone la fanno naturalmente gli anglosassoni, maestri nel creare atmosfere e paesaggi che da soli fanno venire la pelle d’oca, ma tra di loro ci sono anche due italiani, Ardengo Soffici, più noto come pittore che con il suo Satana in treno evoca sensazioni alla Durrenmatt e Salvatore di Giacomo, proprio l’autore di Era de maggio e Marechiaro, che ambienta però il suo racconto tra le nebbie germaniche.
Genovesi ha fatto un lavoro meritevole scovando e raccogliendo questi racconti che ci portano dalla campagna inglese con le sue ville di stile gotico, alle fattorie disperse nelle pianure americane dove anche gli spaventapasseri possono animarsi, alla Serbia dove si possono incontrare i Vurdalak, specie di vampiri che si accaniscono sui parenti stretti, per finire su una scogliera a picco sulla costa occidentale della Calabria immersi in una storia d’amore e di morte.
Tanto più pregevoli questi racconti perché le presenze spaventose sono di genere diverso a toccare tutta la gamma che la letteratura ci propone, accanto ai fantasmi tradizionali ci sono orribili personaggi ritornati dalla tomba, vampiri ‘classici’, ma anche entità senza nome e senza forma, sensazioni angoscianti e mortali come nell’ultimo pregevole racconto a firma di Algernon Blackwood in cui due escursionisti che percorrono il Danubio dalla sorgente alla foce sono intrappolati in un’isoletta tra le paludi ungheresi in balia dei salici e di altre terrificanti entità e anche strane sostanze che sembrano funghi nel racconto di Hodgson La voce della notte che riecheggia in qualche modo La ballata del vecchio marinaio di Coleridge.
In conclusione I racconti delle tenebre è un’antologia da leggere e da conservare per la varietà dei racconti del genere horror, ma anche per la delicatezza, che oserei definire gentilezza, degli autori nel proporre le loro trame terrificanti senza mai compiacersi per il gusto del macabro e del truculento a differenza di alcuni autori moderni.

Rita Garzetti

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