I tre giorni all’inferno di Enrico Bonetti



binaghi
I tre giorni all’inferno di Enrico Bonetti
sironi
Compralo su Compralo su Amazon

Un libro inquietante, un romanzo che toglie il sonno: non è lo strillo di copertina di questo nuovo romanzo del 45enne Valter Binaghi ma è la sensazione costante che accompagna il lettore sin dalle prime pagine. La storia è quella di Enrico Bonetti, un “cronista padano” inviato del quotidiano “Altomilanese” che, indagando sul rapimento e l’omicidio di una prostituta slava, si trova a scoprire il cuore di tenebra della Brianza. Sette sataniche, circoli esoterici e cliniche dove i trapianti d’organo nascondono il commercio di feti umani. Dietro l’operosità di un hinterland metropolitano che estende i suoi tentacoli neri sino alla Svizzera, il cronista, insieme a un maresciallo dei carabinieri e ad un frate esorcista con grandissime conoscenze informatiche, si trova coinvolto in un susseguirsi di omicidi che aprono scenari insospettabili.
Dietro ai delitti un disegno criminale e politico che mira alla standardizzazione genetica e sociale dell’uomo: attraverso una “democrazia consumistica”, i cui fili sono tirati da pochi, temibili potenti fedeli, l’idea che il mondo debba essere governato da un “nuovo illuminismo massonico”. Un’ipotesi che per l’autore non sembra tanto lontana dalla realtà. E non solo per lui: anche per lo scrittore Tullio Avoledo, scoperto dalla stessa casa editrice milanese Sironi con L’Elenco telefonico di Atlantide e oggi autore Einaudi, questo libro può aprire gli occhi: «Binaghi è un rabdomante del Male ed è un maestro nel descrivere luoghi e giorni comuni e nel farci vedere cosa scorre in realtà sotto traccia, nel buio». E I tre giorni all’inferno di Enrico Bonetti cronista padano è indubbiamente uno tra i migliori thriller italiani degli ultimi anni. Dietro la crosta perbene della provincia, attingendo da fatti di cronaca nera molto vicini a noi (si pensi alle Bestie di Satana), Binaghi riesce a imbastire un romanzo che appassiona e fa pensare. Certo la trama risente di molte pagine superflue, cento in meno sulle oltre 400 avrebbero giovato alla scorrevolezza della lettura, e molte ipotesi avanzate sono mutuate da decenni di fantascienza sociologica (da Aldous Huxley a Fredrick Pohl). Ma il romanzo tiene e convince anche chi non è amante del thriller. Il che non è poco.

gian paolo serino per la Repubblica

Potrebbero interessarti anche...