Ha il mantello chiazzato di marrone e cammina “indifferente sotto la pioggia”. È un cane randagio, “un bastardino come se ne vedono a decine, il muso aguzzo e un orecchio sollevato” e veglia il corpicino senza vita del piccolo Matteo nel romanzo “Il giorno dei morti” (Fandango, pagg.396, euro 15,00) di Maurizio de Giovanni. Stavolta il suo commissario Luigi Alfredo Ricciardi indaga sotto la pioggia incessante di un freddo autunno napoletano di inizio anni Trenta. Il cane è un vero e proprio protagonista della storia, è a lui, al suo sguardo profondo e triste, in cerca di verità che il commissario Ricciardi non sa dire di no e decide di non archiviare quella morte come una delle tante avvenute per fame e per stenti ma di richiedere l’autopsia del piccolo cadavere. Il cane osserva, scruta, attende. In lontananza e sempre presente sulla scena dell’indagine incute fiducia e rispetto in Ricciardi e in qualche caso lo indirizza verso la pista giusta. Il cane è quel che resta del piccolo Matteo, conosciuto da tutti come Tettè, l’orfanello balbuziente che viveva in un alloggio presso la chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Il cane somiglia a Tettè, è solo come lui, affamato e muto. Insieme correvano per le vie di Napoli con le stesse “costole sporgenti, gli stessi occhi concentrati” in una corsa che diventava libertà, ricerca, spensieratezza. Non ha un nome il cane, Tettè non glielo ha dato, non ne ha bisogno e anche se non può parlare diventa il committente dell’indagine di Ricciardi e il silenzioso amico del medico legale Bruno Modo. È un’indagine particolare per Ricciardi che non può contare sul Fatto, la sua caratteristica-condanna di sentire il dolore sospeso nell’aria dopo una morte violenta e di vederne le vittime, il suo farsi carico delle sofferenze altrui, il suo vederle senza filtri e senza possibilità di sottrarsi, eppure è certo che si tratti di omicidio. Ricciardi sembra brancolare nel buio eppure finchè c’è quel cane che lo segue e gli ordina di capire il perchè di una morte così assurda, va avanti fino a rimanere talmente coinvolto nel caso da mettere a repentaglio la propria vita.
La verità sconvolgente e drammatica viene fuori mentre ancora la pioggia di fine autunno cade incessante su Napoli e il cane attende che Ricciardi vinca la sua battaglia più importante. L’inverno è di nuovo alle porte.