Castigo di Dio



Marcello Introna
Castigo di Dio
Mondadori
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Castigo di Dio
Basta con la Socia,

che in cinque lettere
e un isolato racchiudeva
tutte le ingiustizie del mondo.

Estate 1943, mente a Roma si prepara il redde rationem del 25 luglio, a Bari, nell’edificio di edilizia popolare soprannominato la Socia, i più sordidi traffici si consumano sotto la luce del sole come da consuetudine pluridecennale.
Il capo indiscusso dell’organizzazione criminale che padroneggia il caseggiato si chiama Amaro. Non si conosce il suo vero nome, si dice addirittura che egli stesso non lo ricordi più. Quello che nessuna delle vittime ignora è la sua spietata crudeltà, un cuore nero capace delle malefatte più ignobili, un uomo disposto a chiedere la percentuale sulla prostituzione di una sorella venuta a implorare aiuto.
Amaro possiede una dote innata per le efferatezze, ama tiranneggiare i reietti che popolano la Socia. Si arricchisce con lo sfruttamento del meretricio, non si fa scrupoli a vendere bambini come schiavi sessuali per chi abbia abbastanza soldi, sequestra giovani ragazze a scopo di estorsione in combutta con membri del loro stesso parentado, rivende ai soldati della truppa la morfina che ruba nei magazzini delle forze d’occupazione alleate e, infine, divide i proventi dell’impresa criminale con un soggetto ancora più infame: il prefetto Nicola Arpino.
Sono in tanti a volere la fine di Amaro e del branco di iene dedite alla necrofagia di cui è capo indiscusso. Luca “il Bracco”, impegnato a riempire le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, prima, e de La Voce, poi, di reportage temerari sui traffici del sottomondo in orbita attorno alla Socia e al lato oscuro dei palazzi del potere. Il questore Pasculli e il maresciallo De Santis, uomini d’ordine sprovvisti di tessera del PNF che odiano Amaro e pianificano di agire con risolutezza per provocarne la caduta.
La malvagità plebea di Amaro riverbera ferocemente gli abissi della natura umana, eppure non possiede l’esclusivo dominio delle pagine di Castigo di Dio. Amaro è in tutta la sua tragica evidenza un pesce piccolo: può solo provocare danni contenuti, per quanto spaventosi. Il male autentico proviene dall’alto, dalle bombe chimiche che i buoni scaraventano contro il porto di Bari colpendo i cittadini inermi, dai massacri commessi dalle forze dello Stato contro i manifestanti disarmati di via Nicolò dell’Arca. Cosa sono gli Amaro del sottomondo di fronte agli Amaro che governano il mondo? Nulla, sembra suggerire il romanzo di Marcello Introna.

 

Thomas Melis

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