Il clima ideale



Franco Vanni
Il clima ideale
Laurana
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Le due Grandi Guerre. La Prima e la Seconda Guerra Mondiale furono due tragedie di proporzioni immani che colpirono l’intera umanità.
Ma dopo di loro, purtroppo, la pace non ha regnato sovrana. Tutt’altro. Un’infinità di altri conflitti ha continuato, e continua tuttora, a mietere vittime e a spargere sangue innocente.
Conflitti interrazziali e religiosi, scontri tra civiltà differenti.
Spesso, troppo spesso, l’opinione pubblica chiude un occhio, per interesse o per viltà, e alcuni di questi crimini di guerra rimangono in secondo piano, quasi come se nulla fosse successo.
Franco Vanni, cronista giudiziario del quotidiano “la Repubblica”, nel suo nuovo romanzo “Il clima ideale”, ci parla invece di ciò che accadde in Bosnia.
Tutto ha inizio, appunto, nel 1992 in Bosnia orientale, dove una ragazza di sedici anni, unica superstite della sua famiglia e dell’intero villaggio, è prigioniera di Dragan, spietato capo di una formazione paramilitare.
Il romanzo è caratterizzato dall’alternanza di ambientazione, tra Milano, dove vivono e si muovono alcuni dei protagonisti, Michele, giovane lobbista, e suo nonno Folco, e i Balcani – Albania, Serbia e Bosnia – dove poi troviamo Nina, una giovane cameriera serba che lavora a Tirana e suo padre, stimato professore universitario.
Un intreccio di indagini private, truppe mercenarie, ambizioni politiche e viaggi notturni.
Un sottile filo di sangue collega tutti i personaggi, a partire da quel lontano 1992.
Un romanzo difficile da classificare, a cavallo tra il noir e il thriller, che ha sullo sfondo una vicenda storica violenta e ancora non del tutto sopita.
Un romanzo dai toni cupi, quindi, ma che non manca di ironia, anche nella caratterizzazione dei personaggi e di una Milano dai mille volti e dalle notti di baldoria.
Vanni usa uno stile piacevole e moderno, che coinvolge il lettore e lo accompagna attraverso vicende tragiche, senza mai risultare pesante.
Bello il finale. Anche se sofferto, lancia una luce di speranza e ottimismo. Ma, ricordando la citazione iniziale, del Tenente Aldo Raine, “… se senti una storia troppo bella per essere vera, non è vera”, si ha la conferma che nella realtà il lieto fine è assai raro.

 

Gian Luca Antonio Lamborizio

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