Il diavolo e l’acqua scura – Stuart Turton



Stuart Turton
Il diavolo e l’acqua scura
Neri Pozza
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“Che si tratti di un diavolo vestito da uomo o di un uomo vestito da diavolo, il nostro modo di agire rimane lo stesso.”
Se si è amanti di uno o di tutti questi autori e libri, Ken Follet, Agatha Christie, Sherlock Holmes, Shining di Stephen King o Il signore delle mosche di William Golding, allora Il diavolo e l’acqua scura incendierà il vostro animo di lettore, se non lo si è si avranno comunque parecchie soddisfazioni da questo romanzo.
Il lettore deve solo allacciare le cinture per un viaggio selvaggio di proporzioni epiche dove il romanzo abbraccia più generi: storico, horror, gotico-horror, crime, mystery, suspense, thriller, azione, avventura, dramma e romanticismo.
L’anno di ambientazione è il 1634. La fabula ruota intorno ai passeggeri della Saardam, la nave principale di una flotta di sette vascelli Indiaman, in partenza da Batavia (l’antica Giacarta in Indonesia) per un viaggio di otto mesi con destinazione Amsterdam. Un viaggio di questo tipo inevitabilmente esporrà i viaggiatori alla noia, alla miseria dell’epoca, alla promiscuità, ai potenziali rischi di pirati, tempeste, incendi, naufragi, malattie o incidenti. Ben presto però i pericoli si riveleranno ancora più inquietanti, dalla misteriosa presenza di un lebbroso morto che infesta i ponti e la stiva della Saardam, alla voce sussurrante che riecheggia nella notte, provocando e tormentando, offrendo ricompense e ricchezze in cambio di malefici servigi, fino alla presenza in mare di una minacciosa ottava lanterna che non dovrebbe proprio essere lì.
La narrazione scorre a fuoco lento, bisogna fare attenzione a seguire senza distrazioni il testo poiché sono i piccoli dettagli che contano in un romanzo dalla trama così complessa ed articolata. L’autore si spinge a dettagliare finemente i primi giorni di viaggio, a cominciare dall’arrivo dei passeggeri sulla nave, dall’imbarco alla partenza. Questo approccio di costruzione graduale è reso necessario per l’estensione del cast di personaggi introdotti, nonché per capire la disposizione, la gerarchia dell’equipaggio e dei passeggeri, le operazioni sulla nave, la routine e la condotta a bordo della Saardam, tutte cose indispensabili per la corretta  comprensione della trama. L’obiettivo principale che avrà il lettore sarà quello di capire se la minaccia a bordo sia di tipo soprannaturale o meno. Qualcuno dei passeggeri o dell’equipaggio è effettivamente posseduto o controllato da un’entità diabolica che lo forza ad eseguire i suoi ordini o la risposta risiede in un inganno perpetrato da una mente astuta? La crescente isteria e paranoia delle persone a bordo aumenta la tensione, la claustrofobia e la disperazione della situazione trasmette una sana ansia per il destino dei personaggi positivi che il lettore prenderà a cuore. Turton riesce a fare leva sulle credenze superstiziose che erano comuni nel XVII secolo, narrando ad esempio di come l’equipaggio e i marinai a bordo della Saardam usavano incantesimi, preghiere e rituali come barriera protettiva per scongiurare il diavolo e il disastro. Combattimenti, risentimenti, rivalità, rivolte e insubordinazione marciano di pari passo con la presenza satanica che incita a sentimenti di discordia, rabbia, odio, paura e terrore, alzando la tensione della narrazione fino a trascinare il lettore alla convinzione che ammutinamento e omicidio saranno alla base del finale del romanzo. L’abilità di Turton, invece, è proprio quella di riuscire a disegnare un finale veramente ingegnoso con colpi di scena e rivelazioni totalmente imprevedibili. 

Gianluca Iaccarino

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