Il labirinto occulto



Luca Filippi
Il labirinto occulto
Leone
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Terza avventura per il cerusico e speziale, insomma per il dottore di allora, Tiberio Di Castro a cura della penna di Luca Filippi, appassionato di storia, professionista del thriller, del noir ma anche e soprattutto uomo del mestiere, visto che nella vita esercita a Roma come medico ospedaliero. Le circostanze e le pericolose divergenze con Cesare Borgia (per avere appoggiato nel prcedente romanzo, Sangue giudeo, Caterina Sforza preda e vittima del Valentino) ci fanno ritrovare il nostro Tiberio Di Castro nel 1503, esule a Gorizia da tre anni mercé le raccomandazioni del cardinale Alessandro Farnese (che 5 papi dopo, diventerà Paolo III), impegnato ad esercitare l’arte della medicina al servizio del gastaldo, Andrea di Liechtenstein. Già! Siamo nel 1503 l’anno che vide la morte di Alessandro VI e la successiva rovina dei Borgia, ma torniamo al nostro Tiberio che vivacchia. Ma voila! Basta un qualcosa, diamo una bella strofinatina alla lampada di Aladino e tutto cambia. Finite noia e pace per il nostro eroe. Comincia la mischia! Stavolta Filippi pesca a piene mani in una fantascientifica fantasia che condisce con tocchi di storia vera, ma la fiction è fiction e il lettore se conosce il gioco l’accetta. Un fantastico mistero del passato, legato ad Atlantide, rivelato da accorti flash back, che potrebbe diventare realtà, rompicapi da risolvere e misteri da decodificare uniti a carrettate di azioni e suspense ad alta tensione, sono gli ingredienti della gustosa pietanza da provare. Di Castro è un uomo tutto d’un pezzo, ordine, raziocinio, cultura, scienza e diffidenza per la magia, ma il crudele e oscuro assassinio di De Visser, mercante di libri ma anche custode in un millenario segreto, lo metterà nei pasticci. Per sua fortuna un bel visino interviene e lo coinvolgerà volente o nolente in una farraginosa indagine, sia per scoprire l’assassino che per salvarsi la pelle. Infatti il millenario segreto celato in un antico manoscritto di una civiltà scomparsa ha scatenato la caccia di nemici pericolosi. E questi cacciatori, per impossessarsene, sono pronti a tutto anche a uccidere senza pietà. Via, in una volata con il cuore in gola tra Gorizia, Venezia, Capodistria, Ravenna, con i Turchi che incalzano alle porte, oscure leggende che intimoriscono il popolo, ma con orecchie e occhi vigili all’Urbe, dove la morte di papa Alessandro VI sembra dare inizio a una oscura maledizione e scatena la lotta per la successione. Nella sua avventurosa indagine, Tiberio Di Castro sarà coadiuvato dalla bella eroina Isabella De Visser, figlia del mercante di libri, dal balcanico ed eroico guerriero Vilko, dal suo signore Lovro Ilko, dagli Almerigonga, nobili di Capodistria e anche dall’ambiguo e singolare chierico Jean Christophe. Tutti segretamente collegati tra loro da frammenti di vita ed esperienze passate da scoprire. Ancora una volta Luca Filippi, da puntuale e appassionato cultore di storia, mischia con abilità elementi e persone realmente esistiti con personaggi e fatti nati dalla sua fantasia. Buona, senza sbavature e ben indovinata l’ambientazione che si allarga al di là dello spazio e del tempo. Il ritmo della narrazione è intrigante e coinvolgente. La fine? Beh, leggetelo. La postfazione istruttiva può aiutare i lettori più curiosi ad approfondire nomi e notizie che vengono citate nel testo. Interessante!

patrizia debicke

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