Il meticcio



Federica Fantozzi
Il meticcio
Marsilio
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Il meticcio. Trama
Roma, torrida estate del 2017. Durante un servizio di routine sulle misure di sicurezza a Fiumicino, Amalia manda a monte un’operazione del suo (forse) ex amico Alfredo Pani, poliziotto che ha fatto carriera nel nucleo di élite contro la criminalità organizzata. Per colpa sua, si perdono le tracce di Bambino, un corriere dell’Ascia Nera, la più pericolosa e spietata mafia nigeriana lanciata alla conquista dell’Europa continentale attraverso un patto con i clan siciliani. Nel frattempo, al Vero Investigatore, il piccolo quotidiano in cui lavora Amalia, le cose non vanno bene: le vendite calano, l’ansia cresce. Il Capo la spedisce a un’asta di pietre preziose dove un rarissimo diamante rosso viene acquistato da un tycoon brasiliano, Ezequiel Alves, che protegge in modo morboso la propria privacy. Lo chiamano “l’uomo dal tocco magico”, perché in pochi anni ha scalato il settore acquistando giacimenti esauriti per poi renderli produttivi. Quando inaspettatamente le due piste si incrociano, Amalia si ritrova “arruolata” come agente sotto copertura. Passando da un Palio di Siena particolarmente cruento al sole di Palermo, dovrà inerpicarsi tra i tornanti e le ginestre del parco delle Madonie fino a una clinica sperduta, per scoprire che cosa ha trasformato un bambino in un sopravvissuto. E per riavvolgere il filo che lega, da molto lontano, i protagonisti di un sogno trasformatosi in un sodalizio criminale che minaccia i mercati globali.

In libreria da poche settimane, Il meticcio (Marsilio Farfalle) è il nuovo thriller di Federica Fantozzi, giornalista professionista per varie testate nazionali e autrice, fra l’altro, del fortunato Il logista, uscito nel 2017 e di cui  il nuovo romanzo si può forse considerare la continuazione, pur se assolutamente godibile anche letto a sé stante.
Come preannunciatoci dall’autrice nel corso di una passata intervista per MilanoNera, si sta infatti componendo una sorta di ideale trilogia, che riprende, volta per volta, con nuove vicende assolutamente autonome dalle precedenti, alcuni personaggi, fra cui ovviamente quello della protagonista, la giornalista romana Amalia Pinter, pasticciona quanto tenace e coraggiosa, nonché la redazione in cui Amalia lavora, quel Vero Investigatore ora pesantemente in crisi di lettori e che perciò deve forzatamente adeguarsi ai nuovi gusti del pubblico.
Anche qui la trama è densa, i riferimenti alla realtà precisi – e spesso tanto più inquietanti in quanto provenienti da un’autrice che per la propria professione li conosce benissimo -, i personaggi ben delineati, le vicende strettamente legate dal necessario filo logico.
L’ambientazione è inizialmente quella di una Roma caotica e dolcemente decadente, ma le vicende spaziano poi spesso anche da un continente all’altro, a volte con taglio quasi cinematografico.
Il ritmo, volutamente rallentato all’inizio, si fa presto via via più incalzante, sino ad arrivare a un finale drammatico e altamente spiazzante.
Il meticcio è un bel romanzo, in cui Federica Fantozzi riesce a unire e amalgamare spunti e fatti di cronaca assolutamente “possibili” a una attenzione profonda e partecipe ai drammi umani e alle vicende dolorose dei personaggi.

 

Gian Luca Lamborizio

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