Il padre e lo straniero



Giancarlo De Cataldo
Il padre e lo straniero
Einaudi
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Il padre e lo straniero” è un breve romanzo del magistrato, scrittore e drammaturgo Giancarlo De Cataldo, pubblicato nel 2010 e da cui Ricky Tognazzi ha tratto l’omonimo film (con Alessandro Gassman nel ruolo del protagonista) nel 2011.Fin dalle prime righe il lettore si ritrova avvinto nei pensieri e nella vita di Diego Marini, il protagonista, padre di un bambino handicappato di nome Giacomo. Diego vive la condizione del figlio con un sentimento di amarezza, di disperazione sofferta che cauterizza tutto, annichilisce tutto, perfino i sentimenti che prova per lui. Finché non si imbatte in Walid, anch’egli padre di un bimbo disabile; un uomo che al contrario di Diego non si è lasciato schiacciare mai, neppure per un istante (o forse *solo* per un istante, che si rivelerà con tutta la sua terribile grandezza nel finale) dalle sofferenze del piccolo Yusuf. ma che anzi lotta ogni giorno, con amore sconfinato, perché a quel bambino così sfortunato non manchi nulla, neppure un secondo padre di cui esserini come lui e come Giacomo hanno bisogno. Dal confronto con Walid, Diego riesce finalmente ad aprirsi al figlioletto, passando per la rabbia, la disperazione e finalmente l’amore, a quello stesso tenace amore paterno che anima Walid. Quando i misteri che circondano l’amico stravolgono la sua tranquilla esistenza, toccherà a Diego intaprendere un percorso difficile di crescita personale, prima di tutto come uomo, e decidere con la sua testa quali scelte compiere, di chi fidarsi, e specialmente in cosa credere.

La scrittura è il vero punto di forza del romanzo; asciutta, fresca, scorrevole. Risulta fin troppo facile lasciarsi coinvolgere dagli affanni del protagonista, si è tentati di parlargli, di consigliarlo. Viviamo di rimbalzo il suo sconforto e le sue incertezze, i suoi accessi d’ira e i suoi trionfi. Nonostante l’argomento non sia dei più leggeri, la malattia e gli handicap sono trattati con rispetto e delicatezza, lasciando spazio talora a brevi lampi di speranza (emblematica la scena in cui Diego telefona di notte ai suoceri, in un periodo di crisi con la moglie, e chiede di farsi passare Giacomino a cui annuncia la sua risoluzione di andare fino in fondo nelle ricerche dell’amico scomparso). Un libro che fa commuovere e riflettere, ma nello stesso tempo ha tutti gli ingredienti del thriller; la tensione mozzafiato che comincia a salire dopo la scomparsa di Walid e non cade mai di tono, l’ansia per la salvezza dei personaggi e sopratutto lo scavo nella psicologia del protagonista, con tutte le asperità, le luci e le ombre di una figura fortemente drammatica. La trama gialla potrà forse restare di sfondo, come nella tradizione dei migliori McGuffin; ma proprio Hitchcock insegna che è il McGuffin a muovere l’azione. Ci voleva molto coraggio a raccontare una storia di disabilità, di padri e di figli, e delle grandi paure che attanagliano l’uomo sotto forma di noir; De Cataldo ha raccolto la sfida, confermandosi un maestro di bravura e regalando ai suoi lettori un piccolo, imperdibile capolavoro.

 

Cristina Pezzica

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