Il paese delle pazze risate



Jonathan Carroll
Il paese delle pazze risate
La Corte Editore
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Thomas Abbey è il figlio infelice e trascurato di una star di Hollywood. La sua esistenza è trascorsa per la maggior parte all’ombra di quel padre famoso e di un cognome che gli pesa addosso come uno zaino da sherpa nepalese. Nonostante questo Thomas ha un debito morale nei confronti di suo padre e del suo regalo di compleanno quando lui era soltanto un bambino: un libro di Marshall France, Il paese delle pazze risate.
La fiaba per bambini diventa il libro della vita del piccolo Abbey e il suo autore una vera ossessione che lo accompagnerà anche in età adulta.
Thomas legge tutti i lavori di France, cercandoli dappertutto e diventando un collezionista delle edizioni introvabili. L’autore, infatti, muore giovanissimo e le sue opere iniziano a diventare veri e propri pezzi di valore per i pochi lettori che lo conoscono e lo amano.
In una delle sue ricerche degli scritti di Marshall France, Thomas incontra Saxony Gardner, una giovane tanto singolare quanto fragile e debole. Ma la ragazza con cui inizia una relazione semi sentimentale ha una grande forza di volontà e un amore per France grande quasi quanto il suo e convince Thomas a prendersi una aspettativa dal suo lavoro di insegnante e dedicarsi a una biografia sul loro misterioso e affascinante scrittore preferito.
I due partono per la cittadina dove Marshall France ha abitato per lungo tempo e ha cominciato a scrivere le sue storie e diventano, in qualche modo, amici dell’unica figlia dello scrittore. Una donna volitiva, intrigante e che sembra essere in stretti rapporti con la maggior parte degli abitanti di Galen.
A Thomas e Saxony sembra di vivere un sogno. Sono nella casa di France, nella cittadina dove ha vissuto, camminato, avuto ispirazione per le sue incredibili fiabe per bambini. Quello che non sanno è che li attende l’avventura più terrificante della loro vita.
Jonathan Carrol ha capito perfettamente come si scrive un thriller ad alta tensione che sembra quasi un horror: basta far credere al lettore che non lo sia per buona parte delle pagine.
La trama inizia in sordina. Un giovane dalla personalità indefinita, un lavoro frustrante, e una infanzia infelice; il suo amore infinito per una fiaba della sua infanzia, una ossessione pura per l’autore della stessa e l’incontro con una fanciulla stramba ma di grandi capacità intellettive.
Sembra una delle sceneggiature cult di Woody Allen nella New York degli artisti e dei sognatori.
C’è anche un capitolo meravigliosamente descrittivo che tratta del protagonista che incontra in vecchio agente dello scrittore. I lettori sono deliziati e del tutto rilassati. Poi l’arrivo nella città natale di France e l’incontro con sua figlia e gli altri abitanti inizia a creare la giusta tensione narrativa che inizia a mettere chi legge in uno stato di giusta tensione. A mano a mano che le pagine scorrono si comprende quanto sia terrificante ciò che sta succedendo e anche quello che potrebbe arrivare e travolgere i due poveri giovani inconsapevoli. La tensione sale, si allarga a macchia d’olio e trasforma il romanzo in qualcosa di puramente pauroso.
Bingo!
I lettori restano affascinati, colpiti, completamente rapiti.
Carroll ha creato un thriller vero e spaventoso partendo da molto lontano con una tecnica di narrazione tra le più strepitose che si possano leggere nell’ultimo decennio.
Il paese delle pazze risate è finalmente un libro che fa paura sul serio e dove tutto è così irreale da sembrare spaventosamente credibile. Proprio a partire dal titolo del romanzo.

 

Antonia del Sambro

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