Leonardo Gori – Il passaggio



Leonardo Gori
Leonardo Gori
TEA
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Romanzo notevole con un’ambientazione storica accurata e vivacissima, Il passaggio, a conti fatti, è il seguito ideale di Nero di maggio. Stesso scenario (Firenze) e stessi personaggi principali di grande spessore: Arcieri ed Elena Contini ma sono passati sei anni, dagli oscuri eventi polizieschi di Nero di Maggio e il loro mondo e quello attorno a loro è cambiato. In Il passaggio, secondo felice romanzo di Gori della serie Arcieri, ritroviamo il suo protagonista, capitano dei Reali Carabinieri, innestato nei Servizi Segreti del nuovo esercito comandato da Badoglio dopo l’armistizio e aggregato agli alleati come interprete . Ma Arcieri da troppo tempo è senza notizie della sua fidanzata Elena Contini, fiorentina e di ricca famiglia ebrea. Sono tempi durissimi con tutte le comunicazioni tagliate. La sua speranza è che sia riuscita a trovare un rifugio e sia ancora in vita. Gli alleati sono sbarcati in Italia, prima in Sicilia e poi a Anzio (gennaio 1944) raggiungendo finalmente Roma, dopo la tragica conquista di Montecassino e stanno risalendo la penisola, guadagnando faticosamente posizioni e città una dopo l’altra. Firenze, agosto 1944: le truppe alleate stanno per conquistare la città, ancora occupata dalle truppe germaniche. Ma i paracadutisti del colonnello Fuchs hanno fatto saltare i ponti e si stanno preparando a ritirarsi per seguire il resto delle truppe della Wehrmacht a nord verso la costituenda e mitica Linea Gotica. L’Arno, con i suoi ponti distrutti, si è trasformato in un confine invalicabile, La città è tagliata in due mentre gli Alleati sono in attesa di ordini per lanciare l’offensiva finale, attestati Oltrarno a Palazzo Pitti, con i cumuli di macerie de palazzi esplosi che li separano dal fiume. Anche i papaveri fascisti sono in fuga. In quelle ore a governare sono molto di più il caos e l’anarchia che non il comando toscano di liberazione, i partigiani del CTLN. Al di là d’Arno poi gli ultimi uomini della Wermacht stanno finendo di sgomberare e lasciano dietro di loro solo i paracadutisti, i pochi sopravvissuti della 1° Fallschirmjager Division, mute e feroci macchine da guerra, intenti a piantonare le strade deserte e a coprire una ormai sanguinosa ritirata. Oltre a loro alcuni irriducibili: fascisti della GNR e i leoni di Mussolini: ragazzi, spesso giovanissimi, cresciuti nell’idolatria del duce, che Pavolini ha mollato come ultimo regalo a Firenze. Sono i fanatici, i neri ubriachi di verbo fascista, cecchini che, annidati sui tetti, sparano sui passanti, sui partigiani che combattono per le strade, sulle donne che fanno la fila per un secchio d’acqua e sui militari alleati che vengono a “calpestare il sacro suol d’Italia”. Che va per strada o si muove è sotto la loro continua minaccia. Ma ai caduti per cause belliche si aggiungeranno presto morti di tutt’altro genere, vittime di efferati omicidi, misteriosamente connessi tra loro. Nonostante tutto, un disparato gruppo di cinque persone riuscirà ad attraversare quel pericoloso confine tra due mondi e a passare da una riva all’altra. Utilizzando il Corridoio Vasariano, l’ aereo passaggio voluto da Cosimo I per collegare Palazzo Vecchio alla sua nuova reggia di Palazzo Pitti, parzialmente risparmiato dalla furia dei nazisti in ritirata. Al loro comando c’è il capitano Bruno Arcieri, del Regio Esercito filo-alleato. L’accompagnano Bianca Marciani, dottoressa della Sovrintendenza alle Belle Arti, Daniel Dunn, giornalista americano di Esquire che per anni ha vissuto a Firenze e Sant’Elia, un capo partigiano del CLN. Ma chi e cosa cercano tutti loro? In realtà la loro missione, come un sinistro gioco di scatole cinesi ne contiene altre, personali, non necessariamente “pulite”, magari inconfessabili. A uno a uno, i morti le vittime senza un perché, riveleranno l’esistenza di un machiavellico progetto che viene da lontano… Una tra le doti che apprezzo di più di Leonardo Gori è la sua abilità di calarsi e far calare il lettore in ambienti e situazioni, tanto da far diventare tutti inconsci spettatori delle sue storie. In “Il passaggio”, questa sua abilità ci consente di ricordare e rivivere quasi come interpreti le vicende di una storica città in quegli affannosi giorni di guerra del 1944, regalandoci una perfetta sequenza di inquadrature di grande impatto emotivo, permeate da un’atmosfera di morte e di paura. La trama è imperniata sulla caccia a un autentico tesoro: la base della battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci che doveva trovare posto nella parete del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, creduta persa da secoli. Come sia possibile solo sperare di ritrovarla dopo più di quattrocento anni viene suggerito al lettore solo da una logica e inconfutabile risposta, regalata dalla straordinaria fantasia dell’autore. In questo romanzo c’è un elemento, inquietante allo spasimo e riportato alla fine di ogni capitolo: i pensieri e le riflessioni di un giovane e delirante leone di Mussolini che, dai tetti, avvinto da una specie di incoercibile dogma mistico/politico, spara senza pietà a ogni cosa sia in grado di colpire: alleati, partigiani ma anche poveri e ignoti cittadini. La sua lucida follia si inserisce come un tassello determinante nel caleidoscopio degli eventi di quei giorni, compresa la caccia di cui sopra. Nel suo continuo, folle e logorroico soliloquio possiamo riconoscere tutte le peculiarità di un regime retorico e sfrenato, incompatibile con le speranze di una nuova epoca, rappresentata dalla fine dell’era fascista. Eppure anche questo cecchino non è stato messo là per caso e si rivelerà un tassello decisivo nell’epilogo della fiction. Trecentoundici pagine che si leggono quasi d’un fiato, per un romanzo molto emozionante e costruito, con grande abilità… Un giallo che sa coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Leonardo Gori vive a Firenze. È autore del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri: prima capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dei Servizi segreti nella seconda guerra mondiale e infine inquieto senior citizen negli anni Sessanta del Novecento. Il primo romanzo della serie è Nero di maggio, ambientato a Firenze nel 1938, cui sono seguiti Il passaggio, La finale, L’angelo del fango (Premio Scerbanenco 2005), Musica nera, Lo specchio nero e Il fiore d’oro, gli ultimi due scritti con Franco Cardini. La serie di romanzi è in corso di riedizione in TEA. È anche autore di fortunati thriller storici e co-autore di importanti saggi sul fumetto e forme espressive correlate (illustrazione, cinema, disegno animato).

Leonardo Gori   sarà uno dei grandi ospiti del NeggiaGialla Suzzara Noir Festival 2020. 
L’appuntamento è a Suzzara (Mn)  dal 31 gennaio al 2 febbraio 2020. Leonardo Gori  vi aspetta domenica 2 febbraio alle ore 11
Qui tutte le info sul NebbiaGialla 2020

Patrizia Debicke

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