Il respiro del sangue – Luca D’Andrea



Luca D'Andrea
Il respiro del sangue
Einaudi
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Lo scrittore Luca D’Andrea, molto amato in Italia e anche all’estero, ci delizia con un romanzo intrigante e piacevole, che si lascia leggere con passione ed interesse. Ambientato ancora a Kreuzwiert, unico paese che in tutto l’Alto Adige non ha una chiesa. In questo microcosmo, l’autore si muove agilmente e delinea la sua trama partendo in maniera spedita e incalzante.
Vi è uno scrittore solitario, un certo Tony, che passeggia assieme al suo cane, unico amico di quel periodo.  Ma una moto di grossa cilindrata si accosta di fianco a lui. Tony è sorpreso quando una ragazzina esile e bionda gli sbatte improvvisamente in faccia la foto di una donna: è quella di sua madre.  Questa fragile ragazza, Sybille, pare molto determinata a scoprire cosa è successo. Non crede alla versione ufficiale che parla di suicidio. Tony a vent’anni si trovava sul luogo del fatto. Aveva condotto una delle sue rarissime inchieste giornalistiche.   Grazie a queste coincidenze nascerà un sodalizio volto a scoprire cosa vi sia di poco chiaro e spaventoso. Assieme cercheranno di capire. In effetti gli abitanti sono diffidenti e tendono a celare storie familiari di violenza e abusi, abbandono e fughe. Con il passare delle pagine emergono personaggi amici della madre, Erika la stramba. Karin e Martin figli gemelli della famiglia più ricca del paese cioè di Elisa e Gabriel. La prima morirà dopo qualche anno per una presunta disgrazia e Gabriel sarà tormentato e sofferente. Affiorano ricordi della sua infanzia, di giochi tra bambini nei boschi e in una antica villa, episodi strani e allusivi. Vi sarà una oscillazione tra quello che accade a Tony e rimandi simbolici a un recente passato. Segni che trasformano la realtà e rimandano a qualcos’altro. Sarà un viaggio nei misteri e nelle bizzarrie di esseri umani colti da follie e risentimenti.  Tutto procede, con toni visionari, vi saranno sorprese e un inatteso epilogo finale.
L’autore mostra di avere ben appreso le lezioni di autori come Steven King, nel saper riprodurre cioè pagina dopo pagina la situazione di vuoto che precede il navigare in territori che non si conoscono. D’Andrea si conferma un maestro che trascina il lettore a partire da un dettaglio e lo lascia con il fiato sospeso. Sa dosare oliati meccanismi narrativi e suscita il gusto di cercare assieme, lettore e scrittore. Il respiro del sangue è  un bel libro, da leggere con trepidazione e curiosità.

Roberto Estavio

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